ROMA. Dati in chiaroscuro, quelli relativi ai livelli di occupazione in Italia. Le ultime rilevazioni di marzo 2018 fotografano un tasso di disoccupazione totale inchiodato all’11%. Un risultato certamente magro, ma che, se non altro, non ha fatto registrare ulteriori impennate.
Siamo infatti alle soglie più basse dal settembre 2012, con gli occupati che hanno fatto registrare un incremento di oltre 60mila unità rispetto al mese di febbraio. In aumento anche le persone in cerca di lavoro (+0,7%), mentre calano gli inattivi: sono 104mila in meno.
Le stime in miglioramento dipendono in prevalenza dagli inquadramenti con contratti a termine (+ 323mila), mentre si rileva una contrazione rispetto a indipendenti e permanenti.
Il dato più preoccupante resta invece quello relativo alla disoccupazione giovanile, una problematica che sembra affliggere soprattutto la fascia della popolazione tra i 34 ed i 49 anni. In ripresa, invece, gli occupati tra i 15-24enni.
Circostanza meritevole di approfondimento, poi, è quella che “scansiona la situazione occupazionale in base al sesso. Rispetto al mese precedente, infatti, è netto l’aumento degli occupati uomini: ben 81mila in più. Calano di 19mila unità, invece, le donne.
Dopo la battuta d’arresto del 2017, dunque, l’occupazione sembra far registrare una lieve ripresa in quadro generale che resta, in ogni caso, ancora complicato.