martedì 11 Febbraio 2025
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«Apriamo le porte a chi nel 2007 credette nel progetto del Pd»

TERMOLI. L’atteso giorno, quello della direzione Dem che avrebbe potuto in sede nazionale strizzare l’occhio a una soluzione dello stallo istituzionale e a un ruolo da stampella in un fantomatico governo a 5 stelle o salendo sul Carroccio, ha partorito il nulla di fatto.

Come riferisce l’Ansa, «La direzione del Partito democratico ha approvato all’unanimità la relazione del reggente Maurizio Martina. No a un governo con M5s ma anche al dialogo con il centrodestra. E’ la linea tracciata dal segretario reggente del Pd di fronte alla direzione dei Dem. Alla riunione presenti il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e l’ex segretario Matteo Renzi, che torna per la prima volta in direzione dopo le dimissioni. In sala anche i ministri Dario Franceschini, Marco Minniti, Andrea Orlando, Carlo Calenda, Marianna Madia, Anna Finocchiaro».

In sala anche tre dirigenti del Molise, il Governatore uscente Paolo di Laura Frattura, alla sua ultima apparizione in questa veste, la neo consigliera regionale (in attesa di proclamazione) Micaela Fanelli, segretaria regionale dem dimissionaria, e l’ex deputata Laura Venittelli, presidente dell’assemblea regionale dem del Molise.

A quest’ultima abbiamo chiesto una impressione sui lavori di oggi.

«La mia impressione è che c’è stata innanzitutto la voglia di ribadire l’unità del partito nella discussione politica attuale. Chiaramente le posizioni sono diverse, c’è chi ritiene necessario impedire che si faccia il governo di destra – con Lega o M5S – ma anche chi invece fa notare che il nostro programma è per molti temi diverso da quello di Di Maio, per cui l’accordo coi pentastellati sarebbe inimmaginabile. Basti pensare all’Ilva di Taranto, che noi vogliamo rilanciare loro vogliono chiudere (uno dei tanti punti).

A mio avviso l’elemento necessario è il desiderio di tutti di stare uniti (pensa che io nel mio piccolo lo dico da un anno), che i nemici “politici” sono fuori e che bisogna recuperare i valori che guardano soprattutto alle fasce deboli della popolazione, alle quali abbiamo “aperto” con il reddito di inclusione, che va fortemente rafforzato, pensando ad un piano di assunzioni nel Sud e nella Pubblica amministrazione, quest’ultimo pensiero espresso da De Luca».

La Venittelli ha anche firmato il documento dei renziani, questo il testo:

“Siamo parlamentari eletti con il Partito Democratico e membri della Direzione Nazionale. Proveniamo da storie e percorsi diversi. Non sappiamo se il prossimo congresso ci vedrà sulle stesse posizioni o se, del tutto legittimamente, sosterremo candidati diversi. Pensiamo tuttavia che tre punti chiave ci uniscano in modo forte:

1. Crediamo dannoso fare conte interne nella prossima Direzione Nazionale. È più utile riflettere insieme sulla visione che ci attende per le prossime sfide e sulle idee guida del futuro del centrosinistra in Italia.

2. Crediamo che lo stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell’irresponsabilità del Centrodestra e del Movimento Cinque Stelle che con la loro campagna elettorale permanente hanno messo e stanno continuando a mettere in difficoltà il nostro Paese.

3. Crediamo che il Pd debba essere pronto a confrontarsi con tutti, ma partendo dal rispetto dell’esito del voto: per questo non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio. Significherebbe infatti venire meno al mandato degli elettori democratici. *È utile invece impegnarci a un lavoro comune, insieme a tutte le altre forze politiche, per riscrivere insieme le regole del nostro sistema politico-istituzionale. *

Ci auguriamo che l’intera comunità del Partito Democratico sappia affrontare i passaggi difficili di questa stagione politica in modo coraggioso e il più possibile unitario».

«Io ho votato il documento che condivido, soprattutto puntato sull’unità del Pd e sul rinnovamento del partito, puntando su temi sociali come il rafforzamento del reddito di inclusione e tutte quelle forme di sostegno alle famiglie e contrasto alla povertà che abbiamo portato avanti in questi anni di Governo, ma anche a tutte quelle buone riforme di carattere sociale. Come dice anche il segretario Maurizio Martina, basta con la logica dell’amico/ nemico di casa, aprendo le porte a tutti coloro i quali nel 2007 ( questo lo dico io ) credettero in questo grande partito riformista».