LARINO. E’ stata lei, assieme ad altre due donne, Dilma Baldassarre e Loredana Romualdi, a organizzare la manifestazione contro i tagli alla sanità pubblica di tre giorni fa a Larino e tocca a lei, Carolina Mancini, chiudere il ciclo degli interventi, con un intervento che spiega le ragioni della manifestazione di sabato 21 luglio 2018.
«La manifestazione di questa sera è stata organizzata da tre agguerrite cittadine di Larino, con il contributo del Forum per la Sanità pubblica di qualità e dell’Amministrazione Comunale, in segno di solidarietà alla Famiglia di Michele Cesaride e per stigmatizzare che quanto accaduto a lui non si debba più ripetere per nessuno e che si accertino le responsabilità per la sua morte.
Dopo 10 anni di lotte contro lo smantellamento degli ospedali pubblici molisani, puntualmente siamo costretti a piangere un lutto assurdo come tanti altri se ne sono già verificati, a volte purtroppo in silenzio, senza clamore. Questa volta però, si è passato il segno! Proprio nei giorni scorsi, infatti, negli Ospedali di Larino e Venafro sono stati smantellati i Punti di Primo Intervento, come sempre, senza attivare un potenziamento di presidi alternativi che possano fare efficacemente fronte ai casi di emergenza. Michele, quindi, ha pagato con la vita l’incapacità della classe politica e dirigente di questa regione di organizzare, in maniera adeguata ed efficace, la rete di emergenza.
Il modello di organizzazione della rete ospedaliera che si è voluto applicare alla nostra Regione, per la sua conformazione orografica e per la distribuzione delle popolazioni sul territorio, è totalmente fallimentare! Coloro che lo hanno disegnato, quelli che lo hanno attuato e continuano ad attuarlo, devono essere consapevoli che quanto accaduto è da addebitare solo a loro, poiché hanno dimostrato una totale incapacità di comprendere le esigenze dei nostri territori e di chi li abita.
È opportuno, perciò, che si inverta completamente la rotta, intanto con la rimozione della dirigenza ASREM (che avrebbe già dovuto dimettersi dai propri incarichi a tutti i livelli), poi con l’immediata sospensione dell’applicazione del Piano Operativo voluto a tutti i costi dal precedente governatore Paolo Di Laura Frattura il quale, nel chiedere al Consiglio Regionale di abrogare alcuni commi della Legge sul Piano Sanitario regionale, ebbe a dire che l’abrogazione si rendeva necessaria per impedire ai Comitati, sorti in difesa degli ospedali pubblici, di poter ancora promuovere i ricorsi al TAR contro il riordino del Sistema Sanitario regionale.
Ebbene, quello che è successo al giovane papà di Larino, lo dovranno portare sulla propria coscienza Frattura, la sua maggioranza – con in testa il Partito Democratico – ed il governo nazionale guidato, sotto le stesse insegne, da Gentiloni.
Noi rivogliamo i nostri ospedali, presidi a tutela della nostra salute ed anche motori per l’economia dei nostri territori!»