PETACCIATO. Dal 2013 il Centro di Educazione Ambientale di Petacciato marina è stato un punto nevralgico per lo sviluppo ambientale, culturale e turistico del litorale molisano. Oggi, per via di uno stallo burocratico, è costretto a chiudere temporaneamente i battenti, con grande frustrazione e rammarico da parte di chi si è impegnato a mantenerlo vivo, in primis il Centro studi Demetra projects Onlus.
Demetra, organizzazione nata nel 2014, è costituita da un team variegato di ricercatori, docenti ed esperti dell’Università del Molise, nel cui polo termolese ha sede. La sua missione è improntata alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale del territorio; proprio per questo sin dalla sua nascita aveva ottenuto la gestione, in convenzione annuale, del Cea di Petacciato.
La suggestiva struttura in legno, collocata fra la spiaggia e la pineta petacciatese, ha trovato questa fortunata destinazione d’uso nel 2013 quando l’amministrazione ne ha affidato per la prima volta la gestione congiunta alla Pro Loco e allo stesso team dell’UniMol che sarebbe poi diventato Demetra. La riqualificazione del luogo, la sua messa in sicurezza e lo svolgimento delle attività sono stati possibili grazie ai finanziamenti del programma LifeMaestrale.
In questi anni il Cea ha visto sostare fra le sue mura o transitare sulle sue passerelle innumerevoli persone di ogni età e provenienza, grazie allo spirito organizzativo di Demetra e altre associazioni o privati che a vario titolo hanno messo a disposizione della comunità e dei turisti le proprie competenze. Laboratori creativi per bambini, escursioni guidate, incontri didattici o divulgativi, colonie estive, momenti di benessere come lo yoga o la musicoterapia: l’elenco di attività del Centro è talmente lungo e vario da essere inesauribile in questa sede.
Nel 2018, però, il finanziamento di LifeMaestrale è terminato e l’accesso ad altri fondi è compromesso da lungaggini burocratiche di competenza regionale. Maria Carla de Francesco, biologa e presidente di Demetra, racconta di come ben tre anni sia stata avviata, insieme al Comune di Petacciato, una corrispondenza con la regione Molise per far ottenere alla struttura il riconoscimento ufficiale di Centro di Educazione Ambientale. Gli standard e i requisiti previsti ci sono tutti, ma la Regione è in grave ritardo nel recepimento della normativa ministeriale. “Il problema e l’assurdità”, prosegue la dottoressa de Francesco, “è che fra gli uffici regionali non c’è nemmeno un singolo funzionario dedicato a pratiche come questa”.
Ciò che Demetra lamenta è anche la mancanza di trasparenza nel meccanismo dei finanziamenti regionali: è ancora incerto se questi siano disponibili e in che modo siano erogati, eppure periodicamente alcuni Comuni o centri vengono sovvenzionati per attività ambientali senza che vi siano bandi accessibili.
La struttura, poiché chiusa e non presidiata, è ad oggi in stato di abbandono e degrado, ed è soggetta a frequenti episodi di bivacco e inciviltà. Un rischio al quale è ulteriormente difficile ovviare da quando la Guardia forestale è stata assorbita nel comando dei Carabinieri e si sono quindi rarefatti i controlli. Il Comune di Petacciato, oltre alla mancanza di fondi, non dispone nemmeno di potere gestionale sull’area protetta circostante, essendo questa demanio regionale.
In questa fase di stallo, quello che Demetra chiede e auspica è una maggior chiarezza normativa, una definizione dei ruoli e un protocollo d’intesa fra tutti gli attori coinvolti nel destino del Cea. Anche per questo motivo, attraverso l’UniMol e il progetto Hericoast, è stata indetta per lunedì 16 luglio una tavola rotonda coi quattro Comuni costieri e i dipartimenti regionali interessati. Un’importante occasione che si spera possa facilitare le sinergie fra gli enti e far emergere una soluzione che riporti in vita questa risorsa, preziosa per il litorale e il Molise intero.


