TERMOLI. «Nel ricordo di Carlo Recchi, amato dal mare ed amante del mare». E’ questo l’incipit della targa che commemora il sommozzatore scomparso negli abissi il 2 febbraio 1985 e che dal primo anniversario, nel 1986, trova spazio sul muraglione del porto di Termoli.
In occasione della festività patronale di San Basso, patrono dei marinai e della gente di mare, com’era indelebilmente Carlo Recchi, la targa di marmo è stata ristrutturata a 32 anni di distanza dalla posa, con l’apposizione di una sua foto a colori.
Il 2 febbraio 1985, il sommozzatore Carlo Recchi scese con la sua muta e l’attrezzatura in profondità, per una ispezione a un peschereccio che era affondato in precedenza, e non riemerse più.
Una tragedia che colpì nel vivo l’allora mondo portuale, dove Carlo, generosissimo, era conosciuto da tutti. Purtroppo, nonostante le ricerche della Guardia costiera e della Marina militare il suo corpo non fu più trovato e in sua memoria è stata incastonata nel muro che costeggia il depuratore questa lapide che lo commemora.
Oltre al restyling, anche l’omaggio di una corona di fiori, che nell’intenzione di chi l’ha deposta è estesa anche alla memoria. Questa la dedica: alle famiglie che hanno i loro cari dispersi nelle profondità degli abissi è dedicata questa corona di alloro.
Nel ricordo di coloro che oggi non ci sono più.
Fathi M’ Baya
Andrea Scotto di Santolo
Gerardo Mugnano
Matteo Casolino
Carlo Recchi.