CAMPOBASSO. «Fin dall’inizio dei movimenti migratori in regione, nelle piccole province del Molise si è assistito ad una crescita costante dei flussi in arrivo di genere femminile, con percentuali di incidenza superiori di circa il 7% rispetto a quelle del resto d’Italia. Questa prevalenza di donne è legata in parte ai ricongiungimenti familiari e, per una quota più consistente, all’impiego lavorativo in attività di assistenza alle famiglie e cura alle persone anziane o malate. Neanche il Molise, purtroppo, sfugge alle tristi situazioni che accompagnano il lavoro degli stranieri in generale (e delle donne in particolare), per cui non sono mancati casi di assunzioni senza coperture assicurative e previdenziali o casi di donne che, giunte con l’obiettivo di un lavoro, sono rimaste imbrigliate nelle maglie dello sfruttamento, fino a giungere ai casi limite della tratta e della prostituzione coatta.
La popolazione straniera regolarmente soggiornante sul territorio molisano, in forte crescita sebbene marginale rispetto al totale italiano, è concentrata soprattutto nella provincia di Campobasso. È testimonianza di come le piccole comunità locali costituite dai comuni molisani offrano all’immigrato la possibilità di normalizzare il proprio vissuto, di ricongiungere il proprio nucleo familiare, di costruire nuove reti relazionali».
E’ questo l’abstract del rapporto Dossier statistico immigrazione 2018, presentato ieri nella biblioteca dell’Università del Molise (Aula Fermi), dove si è tenuta la conferenza stampa.
Contestualmente è avvenuta la presentazione nazionale a Roma, presso il Nuovo Teatro Orione e in tutte le Regioni e Province autonome d’Italia ad opera delle venti redazioni regionali del dossier.
Il Dossier, nato nel 1991 per raccogliere e commentare quanti più dati disponibili sul fenomeno migratorio, ha impegnato quest’anno più di cento autori del mondo accademico, sociale, associativo e istituzionale, i quali hanno contribuito a redigere le varie parti del volume con il supporto dei dati statistici più aggiornati relativi a molteplici e importanti aspetti relativi alla popolazione straniera residente in Italia e in Europa e alla mobilità umana a livello globale.
La presentazione del Dossier a Campobasso è stata organizzata grazie alla collaborazione dell’Università degli Studi del Molise, nell’ambito del progetto MeCI – Migranti e Comunità Inclusive, finanziato con il fondo FISR (Fondo integrativo speciale per la ricerca) del Miur.
La giornata di presentazione ha visto la presenza dei redattori regionali del Dossier, il professor Norberto Lombardi e la dottoressa Chiara Cancellario e della professoressa Hilde Caroli Casavola.
I regionali Norberto Lombardi e Chiara Cancellario, che illustreranno i dati raccolti a livello nazionale e regionale, i professori Stefania Giova e Cecilia Tommasini e, per il dossier.
Durante l’evento è stato distribuito gratuitamente il dossier grazie al contributo che i Centri Studi Idos e Confronti, curatori del volume, hanno ottenuto dall’Otto per Mille della Tavola Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi., nato nel 1991 per raccogliere e commentare quanti più dati disponibili sul fenomeno migratorio, ha impegnato quest’anno più di cento autori del mondo accademico, sociale, associativo e istituzionale, i quali hanno contribuito a redigere le varie parti del volume con il supporto dei dati statistici più aggiornati relativi a molteplici e importanti aspetti relativi alla popolazione straniera residente in Italia e in Europa e alla mobilità umana a livello europeo.
Nello specifico il Prof. Lombardi ha illustrato la situazione della nostra illustrando i dati che analizzano una popolazione alta rumena, piccole comunità marocchine e albanesi.
In Molise sono molto ospitali i paesi dell’entroterra poche più sensibili all’immigrazione poiché in passato loro sono stati emigrati.
Il problema dei migranti secondo gli studiosi, deve essere gestito tramite una governante, che manca assolutamente nel nostro paese.
Adeguare gli Sprar non risolve assolutamente l’immigrazione anzi realizzata in questo modo viola in toto i diritti umani di persone che sono in cerca di aiuto.