LARINO. Ieri pomeriggio, alle 17:30, presso la sede del Comune di Larino, il presidente della Regione Molise Donato Toma, Commissario delegato alla ricostruzione, ha incontrato i cittadini, le imprese e i tecnici di Larino per affrontare le problematiche legate alla ricostruzione post-sisma 2002 (ritardi nei pagamenti nella ricostruzione post-sisma 2002; problematiche relative ai soggetti che hanno adito le vie legali per i tagli ai finanziamenti post-sisma; snellimento delle procedure legate alla presentazione dei documenti relativi agli stati di avanzamento; fabbricati di Classe successiva alla “A”, che essendo stati danneggiati dal sisma 2002 e resi inagibili, sono stati abbandonati dai proprietari che con il passare degli anni peggiorano fino a costituire pericolo per la pubblica e privata incolumità) e 2018 (finanziamento di Interventi di messa in sicurezza degli immobili che causano rischio esterno; finanziamento di Interventi di messa in sicurezza degli immobili temporaneamente inagibili, o inagibili con provvedimenti di pronto intervento; spese relative al sostenimento degli Uffici Coc e delle Unità di Crisi per la gestione dell’ Emergenza).
«C’è una soluzione allo studio, in queste ore avremo una riunione per stabilire se adottarla o meno – dice Toma – sono venuto qui per dirvi che ci sono due soluzioni allo studio ma ancora non abbiamo scelto quale prendere, la prenderemo domani (oggi, ndr). Il nostro debito ad oggi con imprese e comuni ammonta a 40milioni di euro, somma elevata che attende da un anno e due mesi e 515 interventi a cui far fronte». Per Toma il problema è di enorme portata, anche perché manca la liquidità finanziaria. Secondo Toma, che da quando si è insediato ha cercato di ripercorrere la storia sin dall’origine, il vulnus è datato dicembre 2013, quando ci fu un passaggio dalla gestione commissariale all’agenzia e una parte dei finanziamenti non fu destinata a questi pagamenti ma ad altri regionali e ha creato un vuoto di 33 milioni di euro.
Il blocco degli stati di avanzamento per un sistema di monitoraggio col Ministero inchioda 28 milioni di euro, «se sblocchiamo questi soldi con un azzeramento dei dati al sistema e il successivo ricaricamento con un metodo diverso potremmo sbloccare il fondo entro febbraio. Intanto abbiamo una tranche di 13 milioni 800mila euro da pagare con i tempi soliti. Abbiamo contrattato con la ministra Lezzi il ripristino del 4% di liquidazione dello stato di avanzamento lavori invece dell’8%, ma dimezzando i tempi di attesa. C’è poi un’altra linea sulla quale sto riflettendo, che è quella dell’anticipazione: le associazioni dicono fate un mutuo e pagate ma non avevamo approvato il consuntivo parificato oggi è quindi si può fare mutuo con la Cassa depositi e prestiti, un discorso che avvieremo». Toma parla anche della FinMolise, dove si vuole evitare che soldi date alle aziende edili si sottraggano da altri comparti. «Un’altra soluzione che è quella che più piace è l’anticipazione pro soluto proposta da una banca importante, che non ha detto il taglio che farebbe sul pro soluto, se facessero un taglio si potrebbe pensare a un pro soluto facoltativo. Ma potremmo anche creare un fondo di garanzia di 20 milioni per finanziare i 40 milioni di anticipazione alle imprese. Noi abbiamo bisogno che in questa regione il denaro circoli, sennò non ci riprendiamo, se riparte l’edilizia riparte tutto, altrimenti siamo in brache di tela, ma l’edilizia deve ripartire». Poi, Toma annuncia che oggi ci sarà un incontro con Toninelli per il nuovo piano delle opere strategiche. «Vorremmo inserire alcune opere, una di queste è la quattro corsie e cambiare il tracciato della ferrovia, lasciare come panoramico quello che c’è adesso è fare uno veloce accanto alla Bifernina, altro argomento i viadotti».