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venerdì 19 Settembre 2025
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Facciolla a muso duro: «Finito incubo kafkiano, chi mi ha infangato la pagherà»

CAMPOBASSO. Ha scelto la cornice del Grand Hotel Rinascimento di Campobasso, oggi pomeriggio, il consigliere regionale ed ex vicepresidente della giunta Frattura Vittorino Facciolla per dire la sua dopo l’archiviazione dell’inchiesta a suo carico sui fondi per la ricostruzione post sisma.

Accanto a lui gli avvocati Antonio De Michele e Gina Capuano.

Ecco il documento diffuso in conferenza stampa.

«Cala il sipario dopo quasi due anni su una vicenda tanto articolata quanto deplorevole che ha visto il consigliere Facciolla al centro di un’inchiesta giudiziaria relativa ai Fondi post sisma e al centro di una tempesta mediatica senza precedenti in quanto ad accanimento.

I fatti risalgono al marzo 2017 quando, in seguito ad un esposto del 14 dicembre 2016 a firma di Oreste Campopiano,la trasmissione Mediaset ‘Le Iene’ puntò i riflettori sul consigliere Facciolla (che allora ricopriva anche il ruolo di vicepresidente della Regione Molise) mandando i suoi inviati a San Martino in Pensilis che irruppero nel corso di un evento pubblico, per accusare il consigliere di ‘aver intascato i soldi della ricostruzione post sisma al fine di acquistare tre case’. In seguito il servizio televisivo de ‘Le Iene’, nella puntata del 12 marzo 2017, in maniera strumentale mostrava l’intervista al consigliere affiancandola ad interviste di persone che presuntamente non avevano ottenuto fondi per la ricostruzione di alcuni edifici danneggiati dal terremoto.

L’accusa mossa al consigliere (oltre le tante illazioni della trasmissione televisiva) era quella di aver ‘alterato’ l’iter amministrativo comunale e regionale a proprio vantaggio. Nel corso di due anni di indagini e di un lungo processo è stata ricostruita l’intera vicenda che ha dimostrato come il consigliere abbia sempre rispettato tutte le regole amministrative e abbia sempre agito nel solco della legalità, al punto che si è giunti all’archiviazione del caso.

In particolare si è tenuto conto di:

1- Il Tar Molise e la costante prassi interpretativa della Struttura Commissariale post-sisma e dell’Agenzia Regionale della Protezione Civile, in ossequio all’esigenza primaria della norma di garantire la ricostruzione del patrimonio edilizio danneggiato secondo la precipua classificazione dei danni, con conseguente ed inderogabile indicazione delle priorità di intervento, ha fornito, nel corso di oltre un decennio, numerosi pareri in favore dei Comuni che ne facevano richiesta per fatti perfettamente identici a quelli in cui è stato coinvolto il consigliere significando che la concessione dell’autorizzazione eventualmente in sanatoria era in ogni caso possibile per particolari esigenze debitamente documentate.

2- La sentenza, unica edita sul tema, del Tar Molise n. 678/2008 la quale spiega che, per evitare intenti speculativi in capo ai proprietari venditori, si prevede la decadenza ex lege dal beneficio del proprietario venditore nell’ipotesi in cui lo stesso disponendo dell’immobile prima del completamento degli interventi o comunque entro tre anni dall’ultimazione desse prova di non aver eseguito l’intervento per soddisfare le primarie esigenze abitative che giustificano la compartecipazione dello Stato agli oneri finanziari derivanti dagli interventi di recupero;

precisava che per l’acquirente, diversamente che per il venditore, non si richiedeva alcuna motivazione dell’acquisto e concludeva “che il contributo in questione debba essere riconosciuto in favore di chi, nelle more della conclusione del procedimento, sia subentrato nella titolarità del diritto di proprietà ad un soggetto che abbia tempestivamente e ritualmente presentato la relativa domanda”.

3 – In relazione all’acquisto di uno degli immobili con istanza del 14/08/2014 Prot. N. 5216 e alla richiesta di autorizzazione all’acquisto in sanatoria, il Tribunale di Larino e i professionisti delegati, attestano che il contributo segue esclusivamente il bene, al di là della titolarità dello stesso ed al di là di qualsivoglia postuma o preventiva istanza e/o autorizzazione. Ovvero, chi acquista il bene all’asta sa, perché glielo dice il Tribunale, che il detto immobile è destinatario di un contributo alla ricostruzione dello stesso, del quale può beneficiare.

“Questa sentenza scrive la parola ‘fine’ ad un incubo kafkiano nel quale è stata gettata la mia famiglia e l’intera comunità sanmartinese da persone prive di scrupoli e piene di rancore. – Ha dichiarato il consigliere Vittorino Facciolla -. Sono certo, così come lo sono sempre stato del risultato di questa sentenza, che chi ha agito nella consapevolezza di fare del male adesso dovrà rispondere alla legge e spiegare i motivi che hanno portato ad un simile accanimento nei miei confronti. Intanto voglio ringraziare i miei avvocati Antonio De Michele e Gina Capuano e dedicare questo momento alla mia famiglia, alla memoria di mio padre, ai sanmartinesi tutti, a chi mi ha sempre manifestato vicinanza ed a coloro che, pur nel dubbio, hanno saputo aspettare».