TERMOLI. Grande attesa ieri per l’incontro con lo scrittore Paolo Giordano presso l’Iiss” E. Majorana” a Termoli.
L’incontro è nato da un’idea della docente di lettere Costantina Mascolo, insieme ad altre sue colleghe di Lettere per avvicinare gli studenti alla cultura letteraria.
All’incontro hanno partecipato i ragazzi delle classi del quinto Liceo Scientifico opzione Scienze Applicate, Istituto Tecnico Tecnologico, Liceo Artistico.
Sono trascorsi undici anni dalla vittoria del Premio Strega con “La solitudine dei numeri primi”, Paolo Giordano torna con “Divorare il cielo”, edito da Einaudi, la storia di quattro ragazzi Bern, Tommaso, Nicola e Teresa, un racconto che inizia dall’adolescenza e va fino ai trent’anni.
Teresa ogni anno si reca in Puglia a Speziale a casa della nonna per trascorrere l’estate. Una notte entrano di nascosto nella proprietà della nonna di Teresa tre ragazzi che si tuffano nudi in piscina: la ragazza li osserva e non li giudica.
L’energia prepotente viene incarnata da Bern, uno dei ragazzi che l’autore stesso definisce come «un buco nero che assorbe le personalità di chiunque gli stia accanto».
Paolo Giordano si è trovato a tu per tu con gli studenti, l’incontro è stata una conversazione tra l’autore e i ragazzi.
«Chi deve vincere l’imbarazzo sono io», ha esordito Giordano; «prendete quest’occasione come un pretesto per evadere dalla routine scolastica, se penso ai miei anni scolastici, i pochissimi momenti di evasione sono quelli che ricordo più vivamente perché spezzavano la routine didattica».
Saverio uno dei ragazzi rompe l’imbarazzo e pone la prima domanda all’autore sul suo percorso di studi, come dalla laurea in Fisica si sia avvicinato alla letteratura.
Paolo Giordano racconta dei suoi studi scientifici, «al quinto anno veniamo chiamati a fare una scelta decisiva per la nostra vita, io la ricordo come la prima scelta capitale.Ho vissuto la scelta dell’università con una certa pressione, a diciotto anni siamo chiamati a fare una scelta di campo. Vi invito a riflettere molto bene sui criteri che possono indirizzare le vostre decisioni. Oggi si è soliti scegliere con un criterio finalizzato agli sbocchi lavorativi che una facoltà offre rispetto a un’altra. Io lo trovo molto stupido,quel valore non ha più senso ma il criterio che bisognerebbe adottare dovrebbe essere solo la passione».
L’autore continua con i suoi racconti di studente «La filosofia mi piaceva molto, avevo un professore a cui non piaceva insegnare e impiegava le ore di lezione a passeggiare nei corridoi, solo una volta al mese faceva lezione ed era bellissimo. Un giorno, durante le sue passeggiate lo fermai egli dissi che volevo studiare filosofia all’università e mi rispose con un secco «Assolutamente no».
«Quella risposta è stata decisiva per me. Al contrario avevo una professoressa di matematica e fisica molto brava che riuscì a farmi innamorare di quella materia.
All’università mi sono iscritto alla Facoltà di Fisica, mi sono laureato e dopo la laurea ho cominciato il dottorato di ricerca, in quel periodo ho cominciato a stare male fisicamente, inconsciamente sapevo che quella non era la mia strada. La scrittura mi ha riportato a correggere la rotta, questo costa molta fatica, voi fregatevene delle valutazioni fate quello che più vi appassiona».
“Divorare il cielo” è possibile e lo stesso autore invita i ragazzi almeno a provarci a desiderarlo.
Una ragazza chiede se si rivede in qualche personaggio «Nei miei romanzi, c’è l’esperienza personale o almeno quello che avrei voluto fare ma di cui non ho avuto il coraggio. I personaggi del libro si lanciano nella vita, io invece ero un ragazzino molto più controllato e a trent’anni ti rendi conto che la scrittura ti dà la possibilità di recuperare quello che non hai fatto attraverso i personaggi».
Paolo Giordano, non ha paura di mostrare troppo di sé nei suoi libri, chi li ha letti e l’ ha seguito in questi anni ha imparato a conoscerlo.
«L’unico modo di essere liberi oggi è non vergognarsi di dimostrarsi, oggi c ‘è un grande bisogno di ricordarsi che in ognuno di noi ha un’individualità»
Al termine dell’incontro l’autore si è fermato a griffare le copie dei libri e fare le foto con i ragazzi.
Abbiamo rivolto anche noi qualche domanda a Paolo Giordano
Il libro è ambientato in Puglia, ma hai deciso di scriverlo mentre eri a Parigi. Come mai hai deciso di non scriverlo in quei luoghi dove si svolge la vicenda?
«Scelgo sempre di allontanarmi dai luoghi dove ambiento i miei romanzi, perché preferisco che i luoghi siano evocati nella mia memoria».
“Divorare il cielo” il titolo del libro è un bisogno di afferrare anche l’impossibile, racchiude l’onnipotenza giovanile. Credi che oggi nella generazione dei Millennials, questo afferrare tutto sia esasperato?
«Credo fortemente di sì, anche se io sono molto lontano dalla vita dei social».
Ti piace incontrare i ragazzi delle scuole e parlare con loro?
«Moltissimo, una situazione come quella di oggi non mi è mai accaduta. Loro sono stati molto bravi a fare le domande spesso togliendomi anche dall’imbarazzo, mi hanno posto domande intelligenti. Sono molto profondi i ragazzi di oggi, al contrario di quanto si possa pensare».