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sabato 15 Novembre 2025
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Verso il 23 marzo: l’assemblea No Triv a Termoli

TERMOLI. No Triv riuniti in Molise, a Termoli, coi movimenti e le associazioni, alla parrocchia del Sacro Cuore per quasi l’intera giornata di oggi. Era stata convocata un’assemblea interregionale dei movimenti anti trivelle in mare e in terra. Presenti rappresentanti di Ambiente e Salute nel Piceno, Coordinamento Nazionale No Triv, Coordinamento No Triv Taranto, Forum Abruzzese H2O, Comitato “I Discoli del Sinarca”, Italia Nostra Salerno, Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, Trivelle Zero Marche e Trivelle Zero Molise. Alla luce del recente emendamento in via di approvazione definitiva in Parlamento, è stata sentita l’esigenza di riunire le diverse esperienze di lotta al modello energetico centrato sul fossile, per coordinare le prossime iniziative, consolidare il radicamento sui territori, confrontare storie e posizioni e dare il contributo specifico alla stessa mobilitazione generale contro le grandi opere e per la giustizia ambientale che ci vedrà partecipare alla manifestazione del 23 di marzo a Roma. In Molise sono 9 i titoli minerari o le istanze di titoli (cioè le richieste per aree dei petrolieri attualmente in valutazione) in terraferma e nel mare antistante la regione interessati direttamente dall’emendamento al DL Semplificazioni, in via di approvazione definitiva in Parlamento.

In base al decreto saranno fermi per 24 mesi 6 titoli o istanze in terraferma e 3 in mare. Molto schematicamente, l’emendamento prevede un cambio di rotta rispetto al passato, ovvero rispetto allo sblocca che faceva diventare strategiche e di interesse nazionale le attività connesse al estrazione di idrocarburi, poiché in questo caso abbiamo, seppur temporaneo, un blocco. Un blocco di che cosa? Di tutte le istanze di nuovi permessi di ricerca e permessi di prospezione. La novità più consistente e che fermano anche i permessi di ricerca già rilasciati…cosa che determinerà sicuramente dei problemi dal punto di vista legale. Ciò nonostante il Governo è voluto andare in quella direzione, prevedendo anche dei risarcimenti alle aziende che hanno un titolo minerario e che non possono attualmente sfruttarlo. Lascia invece non toccate le concessioni di coltivazioni già rilasciate, ovvero dove già si estrae (aspetto, quest’ultimo, obbiettivamente difficile da bloccare) né ha fermato una cosa che secondo me si poteva fare le istanze di concessione di coltivazione (che sono sostanzialmente 5 in Italia).

«In questi 18 mesi, dalla data di entrata in vigore della legge (ricordiamo che non ancora viene approvato definitivamente il decreto semplificazioni) – spiega Augusto De Sanctis del coordinamento No Hub – qualora venisse approvato fra 18 mesi dovremmo avere un piano delle aree, cioè si ferma tutto in attesa di fare una pianificazione utile trovare se ci sono in Italia aree idonee non idonee allo sfruttamento di idrocarburi. Ovviamente noi siamo per rendere tutto il territorio nazionale non idoneo allo sfruttamento. Da qui quindi il percorso di associazioni e comitati per arrivare a quella data con una proposta».