TERMOLI. Il fratino è un uccello acquatico appartenente alla famiglia dei Charaidriidae. La Lipu ha lanciato una campagna per salvare la specie, chiedendo ai Sindaci una serie di misure. Secondo le stime degli esperti, in Italia le coppie di questo volatile sarebbero 1.300-1.600, mentre in Europa si arriverebbe alle 21.000-35.000. Il volatile ha lunghe zampe; vive e nidifica sulle spiagge di tutto il mondo (Europa, Asia ed Africa). E’ presente anche in Molise e predilige la zona posta tra la duna e la battigia dovunque le coste siano sabbiose. Negli ultimi dieci anni la sua presenza in Italia ha subito un decremento del 50%; ciò è avvenuto anche in Sicilia ed in Sardegna dove si riteneva che vivesse circa la metà di questa popolazione. Le principali cause sono il degrado provocato dall’urbanizzazione delle coste e dall’erosione dei litorali. Oramai la specie è considerata in via d’estinzione ed è protetta dalla normativa Ue.
Il fratino è lungo 15-17 cm e pesa dai 40 ai 60 giorni. La schiusa delle uova avviene dopo altri 25. I pulcini sono subito in grado di camminare e di seguire i genitori; ma inizieranno a volare solo dopo altri 30. Solitamente ogni covata è composta da 3 uova, alte 3,2 cm. Il fratino è un ottimo corridore, ma si alza in volo solo se ripetutamente disturbato. Si nutre di piccoli invertebrati, insetti, crostacei e molluschi che cattura correndo sulla spiaggia.
Può capitare che nidifichi vicinissimo ai bagnanti e che questi manco se ne accorgano. Il rischio che le uova possano essere calpestate è molto alto.
Oggi i nidi localizzati vengono protetti con reti ed opportunamente segnalati. Le uova, deposte sulla sabbia, vengono poste in un lieve avvallamento, al riparo da possibili inondazioni. Perfettamente mimetiche. sono impossibile da scorgere. Entrambi i genitori si alternano nella cova; e, nelle ore più calde della giornata, i pulcini si rifugiano sotto le loro ali. Uno dei maggiori pericoli per il fratino è rappresentato dalla pulizia meccanica delle spiagge che, spesso, coincide proprio con le prime nidificazioni di aprile. Altri pericoli sono i cani vaganti, i gabbiani e le cornacchie. Recentemente il fratino è salito alla ribalta delle cronache. La sua presenza era stata segnalata su due spiagge dove erano in programma i concerti di Jovanotti. In un caso la protesta ha indotto gli organizzatori a cercare sedi diverse.
La presenza del fratino è indice di una spiaggia ben conservata ed è uno degli indicatori ambientali presi in considerazione per assegnare la Bandiera blu alle località balneari. Ciò posto, sembrerebbe lecito pensare che il Comune di Termoli ha ritenuto doveroso non presentare domanda per concorrere viste la sorte dei fratini lungo questa fetta di litorale. La cosa più pericolosa per il fratino è la pulizia meccanica delle spiagge.
Per questo è importante che le Amministrazioni si impegnino ad usare la pulizia manuale «ben più delicata e rispettosa delle esigenze di questa importante specie». Altri fattori che minacciano il fratino sono l’uso di mezzi fuoristrada, il motocross e il ‘beachcross’, il passaggio di cavalli, i cani a passeggio senza guinzaglio, la concessione dell’arenile per realizzarvi attività commerciali o sportive.
La stagione della nidificazione parte a marzo e si conclude in piena stagione turistica, ad agosto, per cui la tutela va pianificata in tempi dèbiti. “La pulizia meccanica della spiaggia, movimentando la sabbia, fa un doppio danno – scrive la Lipu – perché elimina i ripari utili a pulcini e adulti per difendersi dai predatori naturali e rimuove gli organismi di cui questi uccelli si nutrono, lasciandoli senza cibo”. Per non parlare del pieno periodo di nidificazione, quando i mezzi meccanici colpiscono direttamente, e in modo letale, i piccoli fratini. Proteggere questo uccellino significa valorizzare un turismo diverso, che aggiunga al divertimento e alla giusta ricreazione un po’ di attenzione verso l’altro. “In un mondo sempre più distratto, questo sarebbe un carattere distintivo, un titolo di merito, un segno di intelligenza istituzionale e civica di cui essere fieri”.
Claudio de Luca