CAMPOBASSO. Nelle prime ore della mattinata odierna in Campobasso e Lucera, personale appartenente alla Polizia di Stato Squadra Mobile di Campobasso e ai Carabinieri 1 Nucleo Operativo e Radiomobile di Campobasso ha dato esecuzione a 6 misure cautelari personali (due in carcere e quattro ai domiciliari), emesse dal Gip del Tribunale di Campobasso su richiesta della locale Procura, per reati di rapina pluriaggravata (tre distinti episodi) e per numerose condotte di spaccio di sostanze stupefacenti; hanno inoltre eseguito 14 perquisizioni. Nel corso di una di queste veniva rinvenuto ciò che era oggetto di specifica ricerca: un involucro, nascosto nel muro di un’abitazione, contenente il profitto dell’attività di spaccio: 90.000 euro.
L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica e frutto della fattiva collaborazione della Polizia di Stato con l’Arma dei Carabinieri, ha avuto principio dall’episodio di rapina, avvenuto a Campobasso, in data 22.08.2018, ai danni di un giovane. L’attività di indagine, svolta attraverso attività tecniche, osservazioni, pedinamenti e perquisizioni, consentiva di acquisire elementi tesi a confermare l’ipotesi investigativa e di ricostruire il complesso delle attività criminose, poste in essere dal principale indagato, tra cui l’attività di spaccio in Campobasso realizzata attraverso l’instaurazione di un sodalizio criminoso con altri soggetti, residenti a San Severo, da cui partivano i rifornimenti di stupefacente da commercializzare nel territorio di Campobasso. In quel contesto lo stesso soggetto, in data 22 gennaio 2019, si rendeva autore di un’ulteriore rapina ai danni di una cittadina straniera, in concorso con altri soggetti.
L’attività investigativa svolta, oltre che inserirsi nell’ambito degli obiettivi prefissati da questa Procura della Repubblica – in materia di repressione dell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti – ha consentito di intervenire tempestivamente evitando una progressione criminosa delle attività in essere. Nel contempo, con il sequestro della somma di denaro, sono stati aggrediti i beni che costituiscono il profitto dell’attività illecita; questo in un’ottica di deterrenza e di recupero alla collettività di quanto illecitamente acquisito.

