TERMOLI. C’è chi si chiede come mai a quasi 2 mesi dall’udienza al Tar Molise non viene pubblicata la sentenza sul ricorso contro il progetto del Tunnel. Beh, parafrasando, possiamo affermare che ci sono contenziosi che vanno avanti da almeno 7 anni.
Come la vicenda Nidaco, la società venafrana che era stata individuata quale impresa aggiudicataria del vecchio project financing per la realizzazione dei parcheggi sotterranei di piazza Sant’Antonio, possiamo definirlo il progenitore del tunnel stesso, visto che l’intervento atteso in città prevede proprio i 600 posti auto interrati in quella sede. Ben 3 sono stati i ricorsi nel tempo, riuniti in sede decisionale dal Tar Molise nella sentenza di alcune settimane fa.
Con sentenza n.117/2019 il Tar Molise ha così deciso: “P. Q. M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Molise, definitivamente pronunciando sui ricorsi, come in epigrafe proposti, li riunisce per connessione, respinge, perché infondato, il ricorso n.r.g. 264/2012, dichiara inammissibile per difetto d’interesse il ricorso n.r.g. 162/2013 ed accoglie, limitatamente alla domanda subordinata, il ricorso n.r.g. 81/2015, per l’effetto dichiarando la sussistenza di una responsabilità precontrattuale e condannando il Comune resistente e la Tua. S.p.A. (La vecchia società mista che era il braccio operativo del Comune), in solido tra loro, al risarcimento dei danni, con le modalità e nei limiti indicati in motivazione.
Una sentenza venuta in seguito della condotta illegittima e illecita tenuta dall’Amministrazione comunale resistente, nell’ambito della procedura di evidenza pubblica per l’affidamento, ai sensi dell’art. 19, c. 2, legge n. 109/1994 dei lavori di progettazione definitiva ed esecutiva, realizzazione dei lavori, gestione e/o eventuale alienazione parziale di tutte le opere relative alla costruzione di un parcheggio interrato multipiano in piazza Sant’Antonio, riqualificazione della piazza stessa e di tutta l’area circostante, compresa l’area di Pozzo Dolce con la relativa viabilità in Termoli; in subordine per l’accertamento di una responsabilità contrattuale; in ulteriore subordine, per il riconoscimento dell’indennizzo da recesso o da revoca legittima.
L’amministrazione Sbrocca ha fatto ricorso al Consiglio di Stato.