TERMOLI. Riceviamo le seguenti riflessioni del dottor Giancarlo Totaro, del sindacato medico 118-Fimmg: «Specialmente in questa fase elettorale bisogna parlare di cose di cui si è effettivamente formati e coscienti, altrimenti si rischia di fare danni e perdere anche gli ospedali “esistenti “.
Parafrasando un titolo apparso in questi giorni su una testata locale: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, e, al netto di bavagli, non c’è peggior muto di chi non sa che dire.
Se qualcuno pensa che non si possa fare ancora peggio per l’ospedale di Termoli si sbaglia e sbaglia di grosso, si possono arrecare ancora danni incalcolabili con iniziative dilettantistiche di stampo elettorale.
In Molise esiste un solo ospedale di primo livello (bacino di utenza tra i 150.000 e 300.000 abitanti) con tre (più Agnone-zona disagiata) plessi ospedalieri: Campobasso (hub) ,Termoli e Isernia (spoke).
Si parla oggi del presunto sblocco del turnover per i medici anche per la sanità delle regioni in piano di rientro ma bisogna ricordarsi che esistono le leggi come il Decreto Balduzzi , il DM 2 Aprile 2015 n.70 avente ad oggetto “regolamento… degli standard qualitativi, strutturali, tecnologicie quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” i Pos regionali etc.
Quindi il roboante sblocco del turn over potrebbe lasciare il tempo che trova se non c’è un impegno politico a forzare in modo convincente le limitazioni imposte dalle leggi vigenti in materia di organizzazione sanitaria.
E le leggi sono fatte per essere rispettate, anche per gli organici dei medici ed il rispetto dei relativi vincoli sugli orari di lavoro e riposo obbligatorio.
Tutti noi auspichiamo che l’ospedale di Termoli sia preservato da ulteriori tagli, ma bisogna farlo tenendo conto e attraverso l’applicazione delle leggi vigenti.
Quindi cominciamo con il prendere coscienza per Termoli (bacino di utenza intorno ai 100.000 abitanti) dello status di plesso ospedaliero e non di ospedale al fine di non essere retrocessi ad “ospedale pronto soccorso” ai sensi dell’art 2 comma 2 del DM 2 Aprile 2015 n. 70 .
I servizi/reparti del plesso ospedaliero di Termoli sono attualmente oggettivamente superiori a quelli che sarebbero previsti se non fosse “solo un plesso ospedaliero”, come è in effetti.
Il problema vero è come giustificare gli organici di medici necessari a coprire tre plessi.
Tale legge infatti prevede un ospedale per un bacino di utenza tra gli 80.000 e 150.000 abitanti al quale spettano solo i seguenti reparti :pronto soccorso,medicina interna,chirurgia generale,ortopedia,anestesia ed i servizi di radiologia , laboratorio analisi ed emoteca.
Il riconoscimento di status di “ospedale” comporterebbe una grande perdita di reparti attualmente presenti come : cardiologia – utic, centro trasfusionale, emodinamica interventistica, ostetricia, pediatria,gastroenterologia ed endoscopia digestiva, oculistica, oncologia, otorino e urologia.
Quindi se attualmente esistono ancora questi reparti è solo perchè l’ospedale di Termoli è un “plesso ospedaliero” dell’ospedale unico regionale di primo livello .
Il grande problema nasce , a proposito di turnover dei medici, quando si devono considerare le piante organiche dei reparti e la figure apicali di “primario” che è determinato come unico per specialità.
Concludo con un appello alla responsabilità di tutti i politici regionali ma soprattutto ai candidati sindaci della città di Termoli di usare estrema accortezza nel trattare l’argomento sanità, ed in particolare quello dell’ospedale, perchè l’argomento è veramente difficile e nell’ardore delle richieste e delle promesse elettorali si potrebbero creare danni irreparabili anche a servizi ospedalieri già esistenti .
Bisogna ricordarsi che anche in campo sanitario e soprattutto ospedaliero il Molise vive molto al di sopra delle proprie possibilità economiche ed in deroga alle leggi vigenti in materia e in caso di un muro contro muro delle istituzioni locali con il ministero, la rigidità degli atteggiamenti produrrebbe una catastrofe per i nostri ospedali, soprattutto quello di Termoli, ed i molisani dovranno andare a curarsi fuori regione.
Cari candidati sindaci, a voi spetta un ruolo istituzionale costruttivo e collaborativo, quindi non facciamo promesse mirabolanti di scontro e prive di fondamentali legali ma solo pragmatiche promesse di stimolo e democratica pressione nei confronti del Commissario alla sanità nel ruolo di amministratore emissario dello stato.
La politica deve fare la politica, cioè agire sul terreno che gli è proprio nelle democrazie occidentali: legiferare e costruire per migliorare la vita negli aspetti che riguardano la collettività».