martedì 11 Febbraio 2025
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Generazioni Gimondi: la reazione dei sostenitori alla scomparsa del grande Felice

TERMOLI. Felice Gimondi, uno dei più grandi corridori della storia del nostro ciclismo, avrebbe compiuto 77 anni a settembre. Nato a Sedrina, in provincia di Bergamo, verrà ricordato sempre per essere stato uno dei pochi (sette in tutto) ad aver vinto tutti e tre i grandi giri: Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta.

Nel suo corposo palmares spiccano infatti i tre successi al Giro d’Italia, ottenuti nel ‘67, nel ‘69 e nel ‘76, la vittoria del Tour de France nel 1965 e quella della Vuelta nel 1968. Senza dimenticare il Mondiale vinto a Barcellona nel 1973. Un campione a 360 gradi, capace nei circa quindici anni vissuti da professionista, di imporsi in tutti i modi: in fuga, da grande scalatore, in volata, da sprinter, e anche nelle prove a cronometro. Nelle corse classiche più importanti, Felice si è imposto una volta nella Parigi-Roubaix, una volta nella Milano-Sanremo e in due occasioni al Giro di Lombardia.

Leggendarie le sue battaglie in corsa con il Cannibale Eddy Merckx, una rivalità di grande rispetto, tanto che oggi il campione fiammingo, appresa dell’improvvisa morte del suo antagonista in corsa, ha detto: “Oggi ho perso io.”

Una rivalità sportiva meravigliosa che ha fatto tanto bene allo sport intero e soprattutto al ciclismo: quelli erano gli anni di campioni come loro due, ma vi erano anche Vittorio Adorni e Gianni Motta. Abbiamo ascoltato alcuni termolesi per tracciarne un ricordo del grande campione. Rocco D.G.: “Un grande campione non solo in sella della bicicletta, ma anche fuori; di questa disciplina faticosa come lo era ai suoi tempi, ne parlava sempre entusiasticamente e ricordo anche quando si scagliava contro il business di questo sport”.

Domenico C.: “Felice Gimondi è stato davvero un gran campione, uno sportivo leale che ha avvicinato con le sue importanti vittorie molti tifosi a questa disciplina; oggi purtroppo dei finti campioni li stanno allontanando”.

Basso D’O.: “Gimondi, Adorni, Merckx, Motta, Anquetil, Balmanion sono degni successori di altri grandi campioni come Coppi e Bartali: dopo questi, il ciclismo ha cominciato a prendere una brutta china”.