TERMOLI. Per la terza volta in appena un mese i cittadini tunisini, anche quelli che risiedono in Italia e in Molise, sono stati chiamati al voto; dopo il primo turno delle presidenziali, dopo le politiche, ora è stata la volta del ballottaggio per eleggere il Capo dello Stato.
Il voto del 13 settembre ha ridotto i 26 candidati in competizione a solo due:
Come ha riportato il sito Youtrend.it «Da una parte un professore di diritto costituzionale, Kais Saied, salafita dalle posizioni molto conservatrici, soprannominato “Robocop” per il suo arabo monocorde e privo di inflessioni dialettali. Dall’altra Nabil Karoui, il “Berlusconi tunisino”, proprietario di una televisione e arrestato a fine agosto con l’accusa di riciclaggio ed evasione fiscale. Due candidati indipendenti al ballottaggio delle elezioni presidenziali. Si preannuncia un testa a testa, dopo che il primo turno ha segnato la sconfitta dei partiti che hanno guidato il Paese dalla Rivoluzione dei Gelsomini del 2011.
Contro ogni pronostico, tra i 26 candidati, il voto dello scorso 15 settembre ha infatti premiato Kais Saied con il 18,4%, seguito al 15,5% da Karoui, dato tra i favoriti alla vigilia. Un rifiuto della politica tradizionale testimoniato anche dalla bassa affluenza alle urne, ferma al 45% degli aventi diritto. Ha pesato molto la frammentazione politica: ha votato il 20% degli elettori in meno rispetto alle prime elezioni libere dall’indipendenza, nel 2014. Allora vinse il partito Nidaa Tounes (Appello alla Tunisia), di matrice laica e liberale, e venne eletto Beji Caid Essebsi, morto lo scorso 25 luglio a 92 anni».
Ebbene, nell’ambito della giurisdizione del Consolato di Napoli, il Comune di Termoli è seggio, uno dei 14 allestiti tra Campania, Calabria, Lucania e Puglia.
Ben 64 cittadini tunisini regolarmente registrati nelle liste elettorali dello Stato magrebino. Questa la partecipazione al seggio speciale allestito nella saletta delle opposizioni al municipio di Termoli, presieduto da Ali Jelliti, cittadino residente a Ururi, assieme a Ftouma Zegnani e Ramzi Sendi.