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sabato 3 Maggio 2025
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Cetto c’è! Ma non a Termoli: Manfredonia e Antonio Albanese già in testa al box office

TERMOLI. Non è termolese, ma è un nostro buon amico, avendo sposato l’attrice Maria Rosaria Russo. Dell’impegno da regista di Giulio Manfredonia nel terzo film della saga di Cetto la Qualunque, con Antonio Albanese, avevamo già parlato nell’estate appena trascorsa, quando intervistammo la coppia a Termoli.

Ora, da giovedì scorso, il film è proiettato sul grande schermo, distribuito in 589 copie in altrettante sale sui 1.300 cinema presenti in Italia e nei primi due giorni di programmazione ha incassato oltre 600mila euro, piazzandosi in testa al box office.

Abbiamo solleticato proprio Rosaria, che ha accompagnato il marito Giulio, reduce anche dai successi nelle fiction, alla “Prima” nazionale, che si è tenuta sempre giovedì al cinema The Space, conosciuto come Odeon a Milano, una istituzione nel mondo dell’ex celluloide, visto che oggi è tutto digitale.

Ebbene, dalla stessa testimonianza della coppia Russo-Manfredonia, è venuto fuori come il pubblico presente abbia gradito e non poco l’opera cinematografica, ridendo a crepapelle soprattutto nella prima parte, lasciando alla seconda anche un retrogusto di amara riflessione.

Un film elegante e intelligente, anche sofisticato, ma adattissimo al grande pubblico, così come hanno confermato i primi incassi.

Purtroppo, in questo lungo elenco non c’è Termoli, col cinema Oddo, l’unico superstite in città, ovviamente dipeso dalle scelte della catena di distribuzione a cui si è legati.

Questo ha rammaricato Giulio, che frequenta da 15 anni la nostra città e allora l’invito è alla diaspora, verso i multisala di Campobasso e Vasto.

Anche lo spettacolo teatrale portato con grande successo sul palco del teatro Brancaccino a Roma, difficilmente potrà trovare strutture adeguate sulla costa dove essere messo in scena e si opterà per un altro impianto molisano.

Inutile piangere sul latte versato, poiché riguardo luoghi di aggregazione per cultura e spettacoli, ma anche turismo congressuale sono state assunte iniziativa a discapito dello sviluppo della città, ma questa è un’altra storia.

Tornando a Cetto c’è (ma non a Termoli), emerge anche una sorta di mancata riconoscenza rispetto a quello che in 15 anni hanno portato qui sia Manfredonia che la termolese doc Rosaria Russo. Ma la speranza è l’ultima a morire e lo stesso regista auspica magari una distribuzione di là da venire in città.

Ma vogliamo tornare a parlare di Cetto c’è, e del suo indiscusso protagonista, Antonio Albanese.

Come narra Mymovies.it «Cetto la Qualunque ha lasciato la politica e l’Italia per trasferirsi felicemente in Germania, dove ha avviato una catena di ristoranti e pizzerie e ha trovato una bella moglie tedesca che gli ha dato una figlia. Ma quando la zia che l’ha cresciuto, sorella di sua madre, lo chiama al capezzale Cetto torna in Calabria, precisamente a Marina di Sopra, dove ora è sindaco suo figlio Melo. La zia ha un segreto da rivelargli: Cetto non è, come aveva sempre creduto, figlio di un venditore ambulante di candeggina, ma l’erede naturale del principe Luigi Buffo di Calabria. Dunque decide di trattenersi al Sud e godere dei privilegi del ruolo di sovrano “assolutista”, con il sostegno di un aristocratico gattopardiano. Ma non “tutto tutto” è rose e fiori, e anche il rapporto di Cetto con moglie e figlio verranno messi in gioco.

Terzo capitolo della trilogia dedicata a uno dei personaggi più celebri di Antonio Albanese, Cetto c’è, senzadubbiamente è diretto da Giulio Manfredonia come i suoi due predecessori, Qualunquemente e Tutto tutto niente niente, usciti rispettivamente nel 2011 e nel 2012. Albanese torna ancora una volta nei panni di Cetto La Qualunque, protagonista simbolo dei politici ciarlatani, ignoranti e corrotti, per raccontare la scoperta delle sue vere, nobili, origini in quanto figlio naturale di un principe. La rivelazione scuote profondamente il mondo di Cetto, che metabolizza la novità reagendo di conseguenza: niente più politica tradizionale, ora il nostro decide di proporsi direttamente come re e adotta un tenore di vita da monarca con conseguente sfilza di gaffe e gag».

Secondo lo stesso regista, il film si propone come diverso, racconta l’Italia di oggi, ma lo fa attraverso un mondo fiabesco, costruito con castelli, principi, principesse, nobili. E’ sorprendente, poiché dietro il Cetto che sovrasta, ci sono anche altri personaggi che meritano di non passare inosservati. Ma Albanese, con la consueta ironia, si rende agli occhi dello spettatore più accettabile e conquistatore.

Insomma, Cetto c’è, senzadubbiamente.

Giulio Manfredonia e Rosaria Russo salutano tutti i termolesi, invitandoli a seguire il film.