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lunedì 24 Marzo 2025
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Il labirinto della tossicodipendenza: una possibile via d’uscita

MAFALDA. In sala consiliare incontro tematico intitolato “Il labirinto della tossicodipendenza” organizzato dalla Pro-Loco “Trespaldum” e patrocinata dal Comune di Mafalda. L’occasioneè servita per conoscere il problema della droga tramite la testimonianza di chi lo vive o ha vissuto, attraverso l’esperienza della comunità e soprattutto grazie alle parole di chi quotidianamente rende il proprio lavoro una missione di vita dedita esclusivamente al recupero e al reinserimento dei tossicodipendenti nella società. Tra gli ospiti sono intervenuti Marco Luigi Orlando, direttore della comunità RED di Montenero di Bisaccia, il quale ha sottolineato l’importanza di alcune tematiche, fondamentali in questo ambito di intervento, quali la prevenzione, la comunicazione nonché la conoscenza e gli effetti deleteri che le sostanze producono sul soggetto che le assume. L’associazione in questione infatti, opera da molti anni sul territorio molisano ed è riuscita a creare, nel tempo, un modello d’intervento che mette al centro la persona umana. Il dottor Filippo Forti, psicoterapeuta della Comunità, ha spiegato, anche minuziosamente, i percorsi ed i ruoli che ogni singolo attore svolge all’interno del mondo Red.

“Partiamo sempre dall’accoglienza – spiega il dottor Forti – Accogliere, attraverso il dialogo sia individuale che di gruppo, chi, consapevole del proprio problema, accetta il nostro aiuto. Inseriamo i ragazzi all’interno di un vero e proprio percorso che mira al reinserimento dell’individuo nella società”. Durante l’incontro il concetto più ripreso è stato quello della solitudine, evidenziato a più riprese dalle toccanti parole dell’assistente sociale dottor Leo Del Gesso il quale afferma: “Chi usa sostanze, lo fa perché il più delle volte si sente solo anche in mezzo ad un numero infinito di persone. La solitudine crea quella sensazione di vuoto nelle persone che si rifugiano nella dipendenza per colmare e risanare sofferenze e ferite dolorose.

L’importante è rialzarsi ogni volta che si cade”. Infine puntuale, preciso ed impeccabile è stato l’intervento della dottoressa Micol Pelliccia, psicologa dell’età evolutiva, la quale, dopo aver spiegato al pubblico eterogeneo presente in sala come l’era dei social accorci e faciliti l’approccio alle sostanze da parte delle giovani generazioni, afferma: “I giovani, ormai dipendenti dalle sostanze, spesso sminuiscono il problema o addirittura lo negano. In realtà avrebbero bisogno d’aiuto prima che sia troppo tardi. Richiedere aiuto, alle volte, risulta difficile sia per il ragazzo stesso, sia per i familiari che preferiscono nascondere il problema anziché affrontarlo perché la paura del giudizio supera la volontà di una prospettiva di cambiamento”. La tossicodipendenza dunque si configura come un intricato labirinto dal quale si esce attraverso un processo di recupero lento ma imprescindibile che torna a mettere la persona, nel suo valore umano, al centro della società.