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giovedì 19 Giugno 2025
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Col “Gallo” Claudio Golinelli è la musica di Vasco che entusiasma “Senza Resa”

GUGLIONESI. I “Senza Resa” e la musica di Vasco: connubio che è una assoluta garanzia. Un binomio perfetto che, ogni anno, dà il via alla stagione invernale a Guglionesi, ospiti di Marco Carriero, proprietario del Frantic Cafè.

Il pienone è garantito. La musica di Vasco piace a tutti e, se poi, ci metti anche un grande nome che da 40 anni è al fianco del rocker di Zocca, il gioco è fatto. E ben servito.

Parliamo di Claudio Golinelli, in arte il Gallo, storico bassista di Vasco che ha suonato nel locale per circa due ore. Si è intrattenuto con i fan, ha rilasciato a noi di Termolionline una breve intervista e non è sfuggito davanti a tutti quei telefonini in cerca di foto.

Il nome “Gallo” glielo diede Gianna Nannini, prima ancora di suonare con Vasco, perché “sono stato con tutte le sue amiche” dice ridendo, ricordando le ‘situazioni di intimità’.

Una collaborazione, quella con i Senza Resa che nasce anni fa, grazie ad Andrea Innesto, il Cucchia, “ormai sono quasi 15 anni che collaboro con loro e, siccome Antonio (Renzone, frontman dei Senza Resa-n.d.r) è un bravo ragazzo, ogni tanto mi chiama, io vengo con piacere. Ho messo un freno a certi gruppi di cover, ci sono quelli che si difendono bene, i Senza Resa appunto, ed altri dove non vado più perché non riesco a far più quello che la gente si aspetterebbe da me”.

Com’è suonare fianco a fianco con il rocker più famoso e ‘spericolato’ del panorama canoro italiano?

“Con Vasco sono 40 anni che suono e collaboro. Ho iniziato a suonare dal vivo, però, nel 1984, quando mi ha rubato alla Gianna. Ho conosciuto Vasco per caso. Tornavo dalla Germania con Gianna Nannini e dovevamo fare un concerto in un locale a Modena e tra il pubblico c’era un certo Vasco Rossi e un certo Guido Nelli. Durante il concerto, io iniziavo sempre con un assolo di basso fatto a modo mio, diciamo un po’ bastarda come sono io e per questo motivo, il giorno dopo venni chiamato da Guido Nelli che mi disse che avrei dovuto mettere quel giro di basso in una canzone di Vasco, e nacque così Siamo solo noi”.

Nacque una delle più belle canzoni italiane. Perché anche chi non ama Vasco, conosce questa canzone a menadito. Mentre racconta questi aneddoti, il suo viso si trasforma. Traspare tutto l’amore che mette quando suona, quando si esibisce. La gratitudine di esserci e di aver collaborato con nomi importanti.

Siamo solo noi è la sua canzone. La canzone del cuore, quella che ha segnato la vera e propria collaborazione con il Blasco.

“Non mi sono mai separato da Vasco, mi sono separato prima dalla prima moglie, poi dalla fidanzata e ora spero di separarmi dalla terza” afferma ridendo.

Lei ha suonato, però, anche con Adriano Celentano e davanti a papa Giovanni Paolo II.

“Ho suonato Pregherò davanti al papa. Credo sia stata una delle emozioni più belle. Con Celentano mi sono divertito tantissimo. Ti racconto un aneddoto. Dovevamo fare una data a Mosca e Adriano non prede l’aereo. Io sì e quindi sono arrivato due giorni prima. Beh, mi sono goduto la vita anche lì. Ho messo a frutto il mio nome d’arte”.

Dopo esser stato male e aver sconfitto due cancri è tornato più forte di prima. La malattia non l’ha scalfito ma gli ha fatto comprendere ancora di più che la sua passione, quella del basso, è il suo modo di ringraziare la vita. E’ il suo inno alla vita.

“Io suono a modo mio. Ho un angelo custode qui, sulla spalla, a cui dico ‘sveglia, aiutami’, ho sconfitto due cancri, sono ottimista e sono incosciente. Non ho mai pensato di dover morire anche se nel 2008 mi diedero 5 mesi di vita e, invece, io sono andato a suonare con la chemio. Ho fatto due anni di chemio e ho perso solo il 1°maggio con Vasco. Quando sono tornato a suonare, suonavo con le piaghe nelle mani ma intanto sconfiggevo la malattia. Stavo vincendo io”.

Suonare è un inno alla vita. “Essere felici di fare qualcosa che ti sazi, che ti riempia, che ti fa bene al cuore e che insieme alla medicina ti fa vincere. Signorina le do un consiglio, bisogna sempre combattere per quello in cui si crede”.