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domenica 18 Maggio 2025
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L’assessore cita il Duce, i monteneresi non la prendono bene. O forse sì

MONTENERO DI BISACCIA. Ha sollevato un polverone sui social la condivisione di un aforisma di Benito Mussolini, con tanto di foto a corredo, effettuata nella serata di ieri 19 dicembre da Massimo Di Stefano, assessore alla Cultura del Comune di Montenero di Bisaccia.

Come spesso accade in queste circostanze, dal post è nato un vespaio di commenti e condivisioni, tanto contrari quanto a favore dei due personaggi (Di Stefano e Mussolini stesso). Sono infatti la persona pubblica – mai quella privata – e le sue azioni in quanto tale a essere state attaccate: «LVI non è il mio assessore alla cultura» si legge nel post di un montenerese; qualcun altro ricorda pacatamente all’assessore «la prossima volta trattieniti, più che altro dovresti pensare al ruolo che hai nelle istituzioni».

Ma fra chi, in risposta all’offesa della Costituzione, cita Gramsci, Matteotti e Pertini, si inseriscono anche molti concittadini non proprio moderati: su tutti, spiccano quelli che «Ci vorrebbe un monumento a Montenero» e che «Questo è Vangelo… Grandissimo Benito, w il Duce».

Queste e altre persone, in difesa di Massimo Di Stefano o laddove contestate a loro volta, si appellano alla libertà di pensiero e di espressione – sacrosanta, tutelata e proprio per questo spesso usata a sproposito come giustifica. L’occasione è adatta per ricordare che, piaccia o meno, quelle dell’assessore e di altri prima di lui non sono semplici uscite “infelici” o non condivisibili, ma casi – sempre meno rari ma non per questo meno gravi – assimilabili (ma da valutare discrezionalmente e nelle sedi opportune) all’apologia di fascismo, che in Italia è condannata dalla legge 645/1952.

Il testo, più noto come “legge Scelba”, all’art.4 riporta fra le altre cose: «Chiunque […] pubblicamente esalta esponenti, principii, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a lire 500.000».

È proprio in virtù dell’antifascismo per Costituzione che si inseriscono nel discorso anche altre forze amministrative: il consigliere Nicola Palombo replica prontamente non solo per commentare il fatto ma per annunciare una ben precisa azione politica. «Questo è l’assessore alla cultura del Comune di Montenero. Non sa, ignora che l’Italia è antifascista così come la sua Carta Costituzionale. Non sa, ignora, pur essendo sottufficiale dell’arma dei Carabinieri, che l’apologia di fascismo è un reato in Italia e che chi ricopre cariche istituzionali non può assolutamente avere comportamenti che inneggiano alla parte peggiore della nostra storia. Procederò nelle sedi opportune attraverso un’interrogazione e una mozione di sfiducia, perché è evidente che è ignaro e inadeguato al ruolo che ricopre. Attendo le scuse del Sindaco e della sua maggioranza. L’Italia è antifascista!».

Gli risponde, per il momento solo attraverso lo stesso social, l’assessore Di Stefano: «Carissimo Nicola, sono a risponderti di petto, per difendere la mia personale opinione… Il post è riferito esclusivamente ad una mia riflessione, e cioè su questo bellissimo ed esclusivo pensiero: “Il tradito potrà anche essere un ingenuo, ma il traditore rimarrà sempre un infame!”» (questa la citazione del dittatore riportata nel post originale da Di Stefano). «Mi ripeto, tutto ciò è scaturito da un mio momento di riflessione davanti a questo social network… Talmente sentito e profondo, nel mio “Io” che non mi sono trattenuto dal non pubblicarlo». Massimo Di Stefano accusa Nicola Palombo di strumentalizzazione in vista delle prossime elezioni comunali. A poco più di 12 ore, però, la pubblicazione scompare dal profilo dell’assessore.

Anche l’Anpi Basso Molise, nel frattempo, annuncia un appello in merito al fatto, da unire a quello sul mancato riconoscimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre durante la seduta del consiglio comunale di ieri a Termoli. Starà agli organi competenti giudicare sotto il profilo politico e legale; ai cittadini, senza dubbio, sotto quello etico e civico.