LARINO. Chi frequenta i ‘social’ non sa con chi si mette e, talvolta, capisce – troppo tardi – con chi si è ritrovato. Jean de la Bruyère (l’autore dei “Caratteri”) ha scritto:”Scrivendo qualcosa, si rischia sia di incappare in critiche di ogni tipo che di raccogliere le lodi di tutti”. La prosa è seicentesca, ma il concetto è chiaro: scrivi pure, se vuoi, ma occhio alle grane, o meglio agli insulti perché manca solo che possano darti dello “scarabeo stercorario”. L’aggettivazione – in termini piani – vuol dire ‘ghiotto mangiatore di escrementi’. Ma la cosa più difficile è far capire all’altra parte che lo splendido scarabeo (insetto sacro nell’antico Egitto) sei tu, mentre lo sterco si trova altrove. Insomma, per dirla in soldoni, comparire sui ‘social’ è un po’ come quando si sia un marmittone e si abbia patito un calcione che ti ha scaraventato al di fuori della trincea, sotto un fuoco nemico apprestato per ridurti a colabrodo.
Tutto ciò mentre si desidera dare di sé l’idea di una persona di indole onesta che, al contrario, non vorrebbe mai finire nelle grinfie di gentucola, così come capita a certe ‘miss’ che abbiano sfilato sulle passerelle dei concorsi di bellezza. E, poi, hai voglia di scrivere! Tu intingi la penna nell’inchiostro e, dall’altra parte, c’è chi l’affonda – senza motivo – nel veleno. Quelli che ti attaccano di più (senza che tu capisca perché, dal momento che, magari, non li hai manco conosciuti personalmente) sono quelli che si atteggiano a grandi della politica. Spesso incappi in taluni che – evocando personaggi d’altri tempi, quasi che fossero tutt’uno con loro – sembrerebbero ‘praticarli’, ma naturalmente solo in improbabili sedute spiritiche:”Dr. ‘X’, se ci sei batti un colpo”. “Finalmente qualcuno mi chiama”, dice il fosco evocatore; poi snocciola le sue fantasie a quelle ombre che vivono solo nella sua mente. Ingenuamente, diresti che l’attaccatore sia un ‘vantone’, un ectoplasma adùso a vantarsi con altri ectoplasma; invece si tratta solo di una persona avvolta in una nebbia metapsichica tale da farlo ‘slittare’ continuamente. E’ convinto che gli altri sarebbero semplicemente dei bottegai della penna; ragion per cui prende cappello e ti offende, confidando di riuscirne impunito grazie a talune sue presunte incapacità.
La Bibbia dice che, nel sesto giorno, il Creatore plasmò miliardi di uomini che poi avrebbe riposto nell’armadio in attesa di spedirli sulla terra. A mezzanotte era stanco morto, ma doveva ancora creare il ‘nuovo’ personaggio. Gli angeli, che potevano dargli il cambio, già dormivano, fatta eccezione per l’ultimo della gerarchia ch’era un notorio pasticcione. Il Signore ordinò:”Per favore, questo fallo tu!”. Con le dita torpide, quel collaboratore celeste costruì una personcina che pareva essere l’oggetto di una foto anticata dai colori di séppia; ma lo gettò subito nel cestino perché diceva troppe bugie. Ne fece un altro, con l’aria dolce e timida, ma lanciò via pure questo; infine plasmò un finto progressista che manco gli venne bene, e scaraventò via pure lui. Nel frattempo il Signore (che aveva riposato) cacciò l’angelo impiccione dal suo cospetto; e, per farla finita, impastò insieme i tre tentativi falliti, ne fece una paccottiglia e ne venne fuori quello nostro, così come lo apprezziamo oggi. A prima vista, il prefato può apparire un uomo semplice che fa vita di paese. Il suo aspetto è apparentemente tranquillo, ma si tratta di un personaggio complesso, tutto dèdito al culto di se stesso. Purtroppo, quando evita gli speciali ectoplasma di Platone e di Socrate, questi – puntualmente – ne soppesano la personalità. Il più anziano dei due dice:”Questo qui, che ci èvoca, non esiste. In sé è nulla”. “Zero!”, conferma Platone. “Ciò che è dipende da altri”, aggiunge Socrate a mo’ di chiusa, volendo intendere che le reazioni, che poi esterna, sono da incolpare solo alla testa bacàta, di cui patisce l’influsso.
Tutto questo solo per spiegare che, prima di accettare amicizie sui ‘social’ (chissà a quanti lettori è capitato), è bene meditare perché – dapprincipio – non saprete mai con chi potreste avere a che fare dopo. Potreste incappare persino un Laqualunque, quale che sia (che almeno è divertente); il guaio grosso è quanto si finisce tra le grinfie cerebrali di personaggi ‘sui generis’.
Claudio de Luca