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giovedì 31 Luglio 2025
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Molise assente alla Bit 2020: i balneari presentano idee per il mare d’inverno

TERMOLI. Molise, fino a qualche mese fa regione sconosciuta ai più, da qualche settimana è sulla bocca di tutti: il merito è delle bellezze naturalistiche ed architettoniche di cui può fregiarsi e che, qualche settimana fa, sono finite alla ribalta della stampa nazionale ed internazionale. “Una regione che non ti aspetti”, così titolavano i giornali che, trainati dal New York Times che ha scoperto la piccola perla dell’Adriatico, parlano di uno scrigno di terra da visitare a tutti i costi.

Un successo che il Molise avrebbe potuto cavalcare facilmente partecipando alla BIT (Borsa Internazionale per il Turismo) in corso proprio in questi giorni. Se lo scorso anno Termoli e la regione hanno potuto contare sullo stand ideato e presentato grazie all’ostinazione dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo guidata dal Commissario Remo Di Giandomenico, il 2020 ha visto un epilogo ben diverso: del Molise, a Milano, non ci sarà la minima traccia. Il contributo regionale non è arrivato e così, il territorio che fornisce l’ora all’Europa, ha dovuto rinunciare alla sua vetrina. Se da un lato è vero che la BIT è solo una delle tante fiere turistiche annuali, dall’altro va detto che si tratta dei una delle più importanti mostre del mondo che, annualmente, richiama milioni di turisti ed operatori del settore.

Proprio questi ultimi, che da sempre lottano per mantenere in vita uno dei settori più importanti del Molise, sono rimasti delusi da questa decisione: “Sarebbe stato l’anno giusto per essere presenti vista la pubblicità sul New York Times e sulla stampa in generale. È un peccato non esserci, anche se comprendiamo le difficoltà economiche. La presenza in BIT aiuta tantissimo il turismo. Da noi l’elemento di favorire il turismo partendo dagli operatori è sempre stato un handicap, perché di turismo si occupano l’assessore comunale o regionale e basta, mentre i veri attori dovrebbero essere coloro che sul territorio fanno turismo. Questi contatti non li abbiamo mai riscontrati e ne paghiamo lo scotto”, commenta così Pietro D’Andrea del sindacato ‘Base Balneare con donnedamare’ e proprietario dello stabilimento termolese La Vela, il momento di difficoltà che gli operatori balneari stanno attraversando, vessati dalla crisi, dall’incertezza e da una carenza di stabilità a causa della Bolkestein.

Sulla possibilità di finanziare autonomamente la partecipazione di Termoli alla BIT, D’Andrea ha le idee chiare: “Per promuovere il territorio servono le istituzioni. Abbiamo problemi di sopravvivenza e non possiamo sponsorizzare il domani che non conosciamo. Stiamo organizzando di andare a Balnearia dove ci sarà uno scontro con tutti gli altri sindacati sulla posizione che sta assumendo il Governo sul rinnovo delle concessioni”. Le nuove disposizioni del ministro di infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, mettono in pericolo il lavoro dei balneatori: le norme della Legge di Bilancio numero 145/2018 proposta da Centinaio hanno stabilito il prolungamento di 15 anni della durata delle stesse concessioni che, quindi, nel 2033 andrebbero all’asta, in funzione del riordino complessivo della materia che, finora, l’Italia non ha ancora effettuato.

“Alle aste diciamo sempre di no – ha aggiunto il titolare del lido La Vela – Pensiamo al doppio binario, al fatto che i concessionari che sono storici, quelli che da prima del 2009 erano presenti sul territorio ed hanno investito, hanno acquistato o avuto in ereditò le loro strutture su base nazionale della legge 400/1993, devono rivendicare il diritto di continuare per i nostri figli. Dalla spiaggia nuda e selvaggia abbiamo costruito un’azienda o l’abbiamo comprata. Non possiamo pensare che arrivi l’Europa e dia il diktat. L’Italia deve fare la riforma del demanio così come già fatta da Spagna, Portogallo, Croazia, Grecia ed altri. Pensiamo che ci voglia un congruo periodo e poi serve il valore commerciale dell’azienda così che, quando la lasciamo all’asta, abbiamo la buona uscita. In caso contrario siamo dinanzi ad un esproprio”.

Per uscire dall’attuale situazione di precarietà e di impasse, che rischia di compromettere la sopravvivenza del comparto turistico, le organizzazioni si stanno muovendo in diverse direzioni: “Come base balneare, pochi giorni fa, abbiamo fatto un’istanza alla Regione, all’attenzione degli assessori Vincenzo Cotugno e Vincenzo Niro e del Governatore Donato Toma, dove chiediamo non solo una modifica del piano degli arenili per poter fare un turismo d’inverno, ma chiediamo dei finanziamenti regionali per consentire non solo ai turisti ma anche ai locali di sfruttare il mare tutto l’anno. Abbiamo pensato ed inoltrato in Regione diversi progetti: le postazioni antivento per poter stare con i lettini anche a novembre, piccoli moduli abitativi in legno, al posto delle ormai sorpassate cabine, che siano incastonati nell’ambiente che non abbiano impatto sul territorio, per accogliere turisti e famiglie e farli pernottare. O ancora le cupole geodetiche, come quelle montate a Londra, attrezzate a salottino o per la ristorazione da sistemare sulla spiaggia. Aspettiamo una risposta dalla Regione. Se riusciamo a risolvere questi elementi possiamo pensare ad un turismo nuovo, moderno, che si spalmi su tutti i dodici mesi”, ha concluso D’Andrea.