TERMOLI. Repetita non semper iuvant. L’avranno pensato in molti ieri sera, sicuramente gli agenti delle due volanti del commissariato di via Cina, i circa 60 dipendenti Sevel e il conducente dell’autobus Atm, fermato per la seconda volta in 60 ore. Stavolta il casus belli è stato il numero di operai in eccedenza rispetto alla capienza del pullman in partenza dal terminal di via Martiri della Resistenza e diretto in val di Sangro.
L’inghippo si sarebbe risolto mettendo a disposizione un secondo mezzo, ma l’Atm, per voce di un responsabile, non avrebbe acconsentito e gli operai, tutti pendolari, sono rimasti a lungo fermi all’autostazione termolese, con la logica conseguenza di arrivare tardi in turno alla Sevel.
Alla fine, alcuni interinali sono andati in macchina e il pullman, che comunque hanno rilevato gli agenti era sprovvisto di cinture di sicurezza, è partito poco dopo le 22. I poliziotti hanno anche verificato gli abbonamenti e i biglietti.