TERMOLI. Per agevolare il tentativo di arrestare il ‘Covid-19’, gli Italiani possono circolare, ma solo quanto accompagnati da un’autocertificazione. Tutti gli esercizi commerciali dovranno restare chiusi, fatta eccezione per i negozi di alimentari, le farmacie, le edicole, i tabacchi. Analogamente le Poste, le banche ed i servizi pubblici di trasporto. Vietate le attività collettive, culturali e sportive, e fermato persino il campionato di calcio. Serrate le
palestre, le piscine, le scuole e le Università. Anche per fare la spesa è obbligatorio portare con sé il modulo dell’autocertificazione
(“situazione di necessità”), contenuta tra le quattro opzioni previste dal modulo. In questi esercizi dovrà essere costantemente rispettata la distanza di sicurezza (almeno un metro). Prevista la sospensione dell’attività nel caso di violazione delle regole. I genitori anziani (non conviventi) possono essere accuditi per ogni necessità mentre non sarà possibile andare a cena a casa di familiari o di amici.
Sarà possibile fare attività nei parchi cittadini, ma senza entrare in contatto con altre persone. Tutti i centri culturali e ricreativi, compresi cinema e teatri, resteranno inattivi, così come i ‘pub’, i caffè, i bar ed i ristoranti. Con il modulo di autocertificazione, si può andare a lavorare in comuni diversi. Tutti gli uffici pubblici essenziali restano aperti, ma molti servizi saranno fruibili ‘on-line’.
I medici di base continuano a lavorare, invitando però i pazienti a non recarsi negli ambulatori: molti si stanno organizzando con le
prenotazioni. In molte regioni è stata avviata la dematerializzazione della ricetta. Inquadrata quale ‘caso di necessità’ la circostanza per
cui i nonni possono spostarsi in un altro comune per prelevare i nipotini. Per accedere in autostrada è necessario mostrare al casello il documento comprovante il transito (“motivi di necessità, lavoro o salute”). I viaggi in aereo saranno consentiti solo per le cause già enunciate. L’autocertificazione è obbligatoria per i voli nazionali e per quelli internazionali (area Schengen o extra-Schengen che sia). Il decreto non prevede limitazioni per il trasporto di animali vivi, alimenti per animali e di prodotti agroalimentari e della pesca. Non sono previste inoltre limitazioni per i lavoratori agricoli, anche stagionali, che si rechino nei campi. Il decreto ha disposto la chiusura di tutti gli impianti sciistici nel territorio italiano. Le Chiese restano aperte solo se riescano a garantire la distanza di sicurezza di almeno un metro tra i fedeli praticanti. Vietato, infine, partecipare a
matrimoni e funerali od a qualunque altro rito collettivo.
Multe, contravvenzioni e sanzioni amministrative sono previste per chi non rispetti le restrizioni imposte “per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica o di ordine pubblico o d’igiene” (art. 650 C.p.). Perciò a chi esca di casa senza un valido motivo – e nell’autocertificazione abbia invece scritto che sta andando dal medico o al lavoro – il reato contestato sarà quello di ‘falsità ideologica’ commessa da privato in atto pubblico (art. 483 C.p.). In aggiunta, ai trasgressori sarà contestata anche la violazione del succitato ‘650’.
L’art. 452 stabilisce che chiunque provochi un’epidemia diffondendo germi patogeni, sarà punito con la reclusione da 1 a 5 anni. L’art. 582 (da 6 mesi a 3 anni) si occupa di chi, contagiando volontariamente con il virus, provochi una lesione a qualcuno da cui derivi una malattia,
fisica o mentale, per non più di 20 giorni. La reclusione lieviterà (da 3 a 7 anni) se la malattia avrà messo in pericolo la vita della persona
o avrà provocato un’incapacità a lavorare che superi i 40 gg. Se la lesione dovesse provocare la perdita di un organo, la reclusione sarebbe tra 6 e 12 anni.
L’afflizione più pesante è quella che fa capo all’ipotesi di omicidio (art. 575 C.p.). Scatta per chi – pur sapendo di essere
contagiato da coronavirus – invece di trattenersi in quarantena, abbandoni il suo domicilio o il luogo di isolamento forzato. L’ipòtesi è
identica per chi lasci deserto il letto occupato in ospedale e che, pur sapendo di essere ammalato, infetti altre persone. In entrambi i casi,
il reato si applica se, da quei comportamenti, sia conseguita la morte per contagio.
Claudio de Luca