venerdì 17 Gennaio 2025
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Privacy e coronavirus: come difendersi dagli intrusi

TERMOLI. Come possiamo condividere con i nostri cari o con i nostri amici in tempi di epidemia? Innanzitutto è necessario delineare un livello di privacy: volete raccontare le cose tra di voi o volete condividerlo con il pubblico di Internet? Quest’ultima opzione potrebbe sembrare un po’ troppo ‘osé’, tuttavia può avere un senso per entrare in contatto con altri gruppi e quindi arricchire, ulteriormente, le vostre narrazioni e sentirvi ancora meno isolati.

Nel primo caso un gruppo di ‘WhatsApp’ può andare benissimo, ma potete anche trovare altre forme, come ad esempio un album fotografico digitale condiviso tra voi, in modo che ognuno possa inserire le foto ed i piccoli video della quotidianità che, poi, andranno a comporre una storia di gruppo. I più tecnologi possono anche costruire un minisito privato in cui scrivere i propri pensieri in modo strutturato ed approfondito ben più di quanto riuscirebbe possibile digitando un semplice messaggio. Esistono molte piattaforme gratuite che permettono la creazione di blog. Esistono anche varie applicazioni dedicate alla costruzione di un diario condiviso. Ma il consiglio migliore forse è un altro; e cioè quello di pensare ad una soluzione che possa rimanere anche al termine della situazione di isolamento. Questo perché sarà bello, dopo qualche anno, andare a
rivedere la vostra storia.

Se invece desiderate condividere la vostra vita di gruppo con il più diffuso pubblico di Internet un minisito può fare al caso vostro e, pur non essendo l’unica soluzione, vi offre un assoluto controllo. Potete ad esempio ideare un ‘hashtag’ che sia unico e molto particolare per il vostro specifico gruppo, e pubblicare i vostri ‘post’ utilizzandolo: in questo modo potrete sempre accedere alla storia di tutti gli amici, pur allontanandovi dal rumore distraente, tipico dei ‘social network’. L’ ‘hashtag’ può essere riferito alla vostra famiglia, al gruppo di amici, al vostro quartiere oppure ai vostri colleghi: a deciderlo sarete solo voi. Un’altra soluzione potrebbe essere la creazione di un ‘account’ a parte il cui accesso sia permesso a tutti i
componenti del gruppo, in modo che ognuno possa inserire i propri contributi in autonomia. Ma forse non è consigliabile, perché molto macchinoso, ed il risultato potrebbe persino risultare molto frammentato.

Non è tutto oro quello che luccica, meno che meno nel Web. Anzi è proprio qui che dobbiamo stare doppiamente attenti. Un gruppo di ‘WhatsApp’ ha senso solamente se sia ristretto alle persone che conoscete realmente e di cui sapete di potervi fidare ciecamente; ma soprattutto definite bene, fin dall’inizio, chi potrà entrarvi. Non abbiate paura di essere rigidi in questa fase: si sta parlando delle vostre emozioni private! Nel caso optiate per una soluzione pubblica ricordate che state mostrando i vostri vissuti, le paure e le ansie a tutto il Mondo, cosa che alcuni di voi potrebbero non trovare gradita.

Se optate per un ‘hashtag’ ricordate che questo non sarà mai sotto il vostro controllo, perché chiunque potrà pubblicare i propri contenuti utilizzandolo: se questo può portare a piacevoli nuove conoscenze è anche vero che potreste trovare malintenzionati il cui unico scopo
potrebbe essere quello di rovinare la vostra bella iniziativa, pubblicando – ad esempio – materiale spiacevole utilizzando il vostro ‘hashtag’.

Se avete dei figli, soprattutto in tenera età, questa attività potrebbe essere un ottimo modo sia per trascorrere il tempo, sia per entrare in maggiore relazione con loro attraverso un’attività condivisa che ha anche un aspetto ludico e creativo. Nel caso dei vostri figlioli, se optate per una soluzione pubblica, dovrete però operare il doppio dell’attenzione alla ‘privacy’, ad esempio evitando di mostrare i loro volti e soprattutto chiedendo a loro, prima di pubblicare, un contenuto che li riguarda.

Claudio de Luca