TERMOLI. In Italia il calcio è una cosa seria, anzi, quasi sacra. E se gli appassionati che calcano i rettangoli di gioco impegnati in campionati dilettantistici e amatoriali sono tanti, quelli che ogni giorno sudano la maglia nei campetti di calcio a 5, forse sono ancora di più. Un esercito di amanti del pallone con caratteristiche fisiche e doti tecniche talvolta agli antipodi, accomunati dalla voglia di muoversi e di staccare la spina a fine giornata per un’oretta prima di tornare a casa. Che poi queste partite diventino delle vere e proprie tonnare alimentate da una foga agonistica difficile da trovare anche in finali di Champions, questo è un altro discorso. Spesso anche gli ex calciatori professionisti decidono di indossare le scarpe da calcetto, anche in questo caso affidandosi a brand storici come Diadora, di cui potete consultare il catalogo al link https://www.diadora.com/it/it/uomo-scarpe-calcetto/, per rinverdire i fasti del passato e per sentirsi ancora dei fenomeni.
Ecco una carrellata delle tipologie di personaggi diffuse nei campi e all’interno degli spogliatoi di tutto lo stivale.
L’ex calciatore
Partiamo proprio dall’ex professionista ancora in forma fisica accettabile che non si vuole arrendere all’età che avanza. Le doti tecniche non si discutono, e in campo il carisma fa ancora la differenza. Insomma, il risultato è al sicuro, e vincere è sempre il miglior modo per concludere la giornata, però sarebbe bello anche toccar palla. Il rischio di passare da giocatore a spettatore è elevatissimo, ma vantarsi di aver condiviso il campo con Totti non ha prezzo.
L’agonista puro
Ok arrivare al campo belli carichi, ma rischiare di rompere le tibie agli avversari e di spaccarsi la testa nel tentativo di evitare un gol sul 10-2 in proprio favore, forse è eccessivo. Urla, gesticola, commenta, spintona, redarguisce i suoi, fulmina con lo sguardo assassino gli avversari. Se vince esce impettito dal campo, se perde va via col lutto al braccio e senza proferire parola.
Il fenomeno
Di solito è quello che arriva al campo mezz’ora prima per il riscaldamento e lo inquadri subito perché ha l’attrezzatura del campione, scarpe da calcetto di ultima generazione, maglie ufficiali e borsone pieno di qualsiasi accessorio. Parla poco prima della partita, ma in campo si trasforma. Tenta le giocate più difficili, pretende che il pallone passi sempre dai suoi piedi, e ovviamente non ci pensa neppure a difendere. A fine gara in caso di sconfitta, manco a dirlo, è sempre colpa degli altri.
Il fuori forma
Chi organizza le partite di calcetto sa bene quanto sia difficile trovare 10 persone arruolabili, e la defezione è sempre dietro l’angolo. Nei casi disperati si raschia il fondo del barile e va bene chiunque, basta che riesca a deambulare. Ecco che arriva il panzone di turno che ha il fiatone al terzo scalino, oppure il nonno che rischia l’infarto se si piega a raccogliere la palla, ma anche chi arriva al campo con una gradazione alcolica degna dell’addio al celibato dell’amico del cuore. Divertimento assicurato, sì, fuori dal campo però!
L’outsider
E capita anche che tra gli innesti dell’ultimo minuto ci siano anche persone con una forma fisica invidiabile perché provenienti da un’ altra disciplina sportiva, e che il più delle volte il pallone da calcio non lo hanno mai visto. Doti tecniche, manco a dirlo, inesistenti, conoscenza delle regole nulla, ma soprattutto un’impostazione che risente dello sport praticato con tutto ciò che ne consegue: blocchi da basket con mandibole lussate e costole incrinate, entrate assassine alla Van Damme e mischioni che manco al 6 nazioni. Che sport da femminucce il calcetto!
Il proattivo
Lo spirito di squadra è importante, si sa. Darsi il 5, non fare drammi per un errore, ridarsi il 5, congratularsi per una giocata, darsi ancora il 5…e basta però! Ancora non è chiaro se questo tipo di giocatori si comportino in questa maniera quasi stucchevole perché con questi gesti di approvazione puntano a riceverne a loro volta, ma resta il fatto che, una volta che uno si fa tutto il campo per darti un abbraccio (e l’ennesimo 5) per congratularsi con te per un gol che è più figlio di una papera del portiere che merito tuo, tu non puoi fare altro che contraccambiare.