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mercoledì 3 Settembre 2025
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Don Giulio Di Rocco, testimone della fede

TERMOLI. Il 30 marzo 2003 tornava alla Casa del Padre don Giulio Di Rocco.

Ci uniamo alle voci che, in questi giorni, hanno voluto ricordarlo con affetto e amicizia.

Sacerdote ed educatore, è stato guida, amico, punto di riferimento per generazioni di giovani, ma anche per persone adulte.

Nato a Guardialfiera, suo padrino di cresima fu lo scrittore Francesco Iovine, con il quale don Giulio ebbe poi una interessante corrispondenza. Frequentò il Seminario Diocesano di Termoli, prima, ed  il Seminario Regionale di Benevento, poi.  Il 5 settembre1948 venne ordinato sacerdote.

Insegnò nel Seminario Diocesano di Termoli e fu segretario di Mons. Bernacchia.

Ricoprì gli incarichi di Assistente dell'Azione Cattolica, Cappellano delle Suore della Carità dell'Istituto Gesù e Maria, Assistente dei Laureati Cattolici e dei Medici Cattolici, insegnante di Religione in Scuole Medie, Licei ed Istituti.

Nel 1968 ricevette dal Vescovo di Termoli, S.E. Mons. Giovanni Proni, il compito di seguire il gruppo appena sorto di Gioventù Studentesca (poi Comunione e Liberazione), nato dal Carisma di don Luigi Giussani.

Ed è qui che io l’ho incontrato, vivendo con lui un rapporto di “figliolanza” e di amicizia profondi.

Don Giulio è stato anche saggista, studioso e amante della sua Guardialfiera, poeta e scrittore.

Ha scritto, infatti: "La Porta del Tempo", libro di racconti e poesie; "Cammini" (1986), romanzo; "Cieli Nuovi e Terra Nuova" (2002), poesie; "A Guàrdeje e i Guardejuòle" (2002 e 2003), poemetto in vernacolo Guardiese; "Il Vangelo di Maria" (?) piece teatrale; "La Diocesi di Guardia Alfiera" (Relazioni ad limina dei vescovi di Guardialfiera dal 1594 al 1800); "Guardialfiera tra memoria e speranza" (con il contributo di Antonietta Caruso); "Il mio Leopardi", saggio.

Permettetemi però di parlare qui di don Giulio come sacerdote, della sua esperienza religiosa; anzi, più che parlare “di lui”, credo sia significativo far parlare “lui”, attraverso brani di una lettera scritta nel 2001 proprio a don Giussani (don Gius!), perché dice della sua grande umanità e spiritualità: “Sembrava tutto casuale: il Vescovo mi pregò di seguire un gruppetto di giovani studenti che si radunavano a pregare, a meditare e a fare i cosiddetti ‘raggi’. Accettai senza molto entusiasmo; ben presto però, partecipando a giornate di vacanza o di ritiro, finii per rimanere impigliato nella rete. Fu come se un cielo prima incerto e nuvoloso si aprisse improvvisamente in una gioiosa esplosione di luce. Eppure, tentai di resistere pensando che poteva trattarsi di emozione, di stati d'animo, come certi invaghimenti che sembrano eterni e si rilevano fugaci. Ma alla fine capitolai e fu una bella vittoria. Grazie a Dio, sono ancora qui dopo 33 anni.”

Caro don Gius: il Signore Ti ha dato il Carisma di essere, insieme, pedagogo e padre. Pedagogo per come hai presentato la figura di Gesù Cristo, così diversa da quella, astratta e disincarnata, dei testi latini di teologia nel Seminario. Il Cristo che Tu ci hai fatto conoscere è un Cristo risorto, vivo, presente, carico di una inesauribile e imparagonabile attrattiva, così sorprendentemente corrispondente al bisogno di infinito, di bellezza e di amore che ci urge nel cuore. Ma sei stato anche padre perché, nella docilità allo Spirito, hai fatto germogliare e crescere in noi la vita nuova in Cristo.”

Queste parole di don Giulio sono in sintonia strabiliante con quelle pronunciate dall’allora Cardinale Ratzinger nell’omelia del funerale di don Giussani: – “è divenuto realmente padre di molti e, avendo guidato le persone non a sé, ma a Cristo, proprio ha guadagnato i cuori, ha aiutato a migliorare il mondo, ad aprire le porte del mondo per il cielo.”!

Ma quelle stesse parole possiamo dirle ancora oggi di don Giulio, noi “Prole Giuliana” (questa era la firma in calce al telegramma, speditomi a Bologna da don Giulio e gli amici del Movimento, in occasione della mia laurea!): egli ci ha accompagnati nella sequela del carisma di don Giussani e attraverso questo ci ha fatto percorrere, nella Chiesa, il cammino verso Cristo, in una “compagnia guidata al destino”, che ha reso e rende la nostra vita felice e piena di significato. Credo che tutti quelli che lo hanno incontrato, anche al di fuori del Movimento, possano dire la stessa cosa!

Ecco, a distanza di 18 anni dalla sua morte, sentiamo ancora la paternità di don Giulio come determinante per la nostra vita: se siamo quello che siamo oggi, amanti della vita, curiosi verso la realtà, attenti, nonostante tutte le fragilità, alle persone ed ai loro bisogni, certi del significato delle cose e della vita tutta, pur in un mare talora tempestoso, come in questa pandemia, lo dobbiamo alla “cura” che don Giulio ha saputo avere per le nostre persone, per la strada di Cristo, che sempre ha saputo indicarci, per la Compagnia sua e della Chiesa tutta, che ha saputo offrirci e proporci, nella sequela fedele del Carisma di don Giussani!

Angelo Marolla

V. Presidente della “Fondazione don Giulio Di Rocco”

P.S.: Come “Fondazione don Giulio Di Rocco” stiamo cercando di far sì che il patrimonio che egli ci ha lasciato non vada disperso. Il Comune di Guardialfiera ci ha messo a disposizione una stanza nel “Palazzo Loreto” per farne “La stanza di don Giulio”, e stiamo lavorando per tradurre in mostra permanente quel patrimonio, così come stiamo raccogliendo in un libro “memorie” e testimonianze su di lui. Anzi, chi vorrà, potrà inviarci, alla mail che indico, la sua testimonianza sul rapporto con lui; gliene saremo grati: avvocato.angelomarolla@gmail.com