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giovedì 31 Luglio 2025
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Ex Nautico e Schweitzer di viale Trieste, «Continuità sui propositi di alienazione degli edifici»

TERMOLI. La sera del 26 marzo il Consiglio comunale di Termoli, tra gli altri punti all’ordine del giorno, ha discusso la mozione, presentata da Termoli Bene Comune e dal Movimento 5 Stelle, per l’annullamento per pubblico interesse della delibera di Giunta n. 275 del 13 novembre 2020, che ha stabilito di avviare una finanza di progetto per la cessione dell’ex Nautico e della Schweitzer di Viale Trieste, «con possibilità di demolizione e ricostruzione, anche con variazione della destinazione urbanistica ed aumento dei volumi», a copertura parziale o totale di «interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio scolastico comunale». La mozione è stata respinta con i voti della maggioranza, alla quale si sono uniti i consiglieri di opposizione che fanno capo all’ex sindaco Sbrocca. Nel suo intervento il sindaco Roberti ha argomentato che il Comune non ha i soldi per realizzare i necessari interventi di adeguamento sismico degli edifici scolastici comunali e che lui non vuole essere responsabile dello strazio di bambini sepolti sotto le macerie.

Quali edifici necessitano di interventi e quanti soldi servono? È curioso che nella delibera di Giunta 275/2020 queste notizie basilari non ci sono, ma si afferma genericamente che la cessione dei due istituti servirebbe a coprire, parzialmente o totalmente, i costi di interventi in altri istituti scolastici. La delibera di Giunta 275/2020 richiama una “Relazione unica” del 9 ottobre 2020, redatta dal dirigente del Settore IV, in cui si elencano le scuole comunali che necessitano di interventi e si stima in 6.237.294 euro il capitale da investire. L’elenco contenuto nella “Relazione unica” è lo stesso già presente nel Programma dei lavori pubblici 2020-2022, dove i lavori sono valorizzati in 5.947.256 euro. Si omette però di specificare che la Giunta regionale, con la delibera 323/2018, ha inserito le scuole comunali di Termoli nell’elenco delle opere finanziabili per 5.370.000 euro, di cui sono stati già finanziati nel 2019 interventi per 3.620.000 euro. Rispetto al fabbisogno finanziario indicato nella Relazione unica, 1.750.000 euro sono stati approvati e in attesa di finanziamento statale, mentre soltanto 867.294 euro sarebbero ancora sia da approvare che da finanziare. La possibilità di ottenere ulteriori finanziamenti per la quota mancante è più che concreta, considerato che nel Programma nazionale di ripresa e resilienza sono stati appostati 10,8 miliardi per interventi di efficientamento energetico ed antisismico su edifici pubblici; in proporzione agli abitanti, da questa linea di intervento Termoli dovrebbe ricevere 6 milioni.

Per quale cifra l’Amministrazione pensa di “alienare” i due istituti di Viale Trieste? Fin dal Piano delle alienazioni e valorizzazioni 2014-2016, l’allora Amministrazione Sbrocca ha messo in vendita i due immobili al prezzo base di 11.634.000 euro, sollevando l’indignazione e l’opposizione di Di Brinio e di Ciarniello, due esponenti di punta dell’attuale maggioranza. Essendo andate deserte le aste indette a tale prezzo base, con la delibera di Consiglio comunale n. 2 del 30 gennaio 2019 è stata approvata una nuova stima, formulata dal dirigente dell’epoca del Settore III, che ha ridotto il prezzo base d’offerta a 5.886.250 euro, stima ribadita dal Consiglio comunale n. 7 dell’8 maggio 2020. Inspiegabilmente, a tali delibere consiliari non è stato dato seguito alcuno, cosicché l’ultima gara esperita resta quella indetta il 7 maggio 2018, al prezzo base di 11.634.000 euro e dunque non è affatto vero che sia stata verificata la invendibilità dei due immobili anche al prezzo base dimezzato, come asserisce l’Amministrazione Roberti.

Richiamando tale presunta invendibilità, per “invogliare” gli investitori, si vogliono effettuare gli interventi (imprecisati) presso le scuole (imprecisate) con lo strumento della finanza di progetto, remunerando il promotore in tutto o in parte (somma imprecisata) con la cessione dei due immobili di Viale Trieste. Non si vede come tale contratto possa essere qualificato come una finanza di progetto, piuttosto che come un appalto di lavori, pagato con una permuta, più eventualmente del denaro. Nella finanza di progetto il promotore privato deve investire di suo almeno il 51% delle risorse necessarie a realizzarla; in questa presunta finanza di progetto il promotore non investe un centesimo, perché gli interventi nelle scuole sono pagati tutti e solo dal Comune di Termoli, tramite la permuta dei due immobili (terreno incluso) e, se non dovesse bastare, con l’aggiunta di denaro.

Questa finanza di progetto non solo è giuridicamente improponibile, ma anche controproducente, perché, grazie al diritto di prelazione, il promotore può aggiudicarsi la gara anche se vincesse un’altra impresa, purché si impegni a realizzare le opere alle stesse condizioni della vincitrice. La presenza della prelazione scoraggia le imprese a partecipare ad una gara dove un concorrente, il promotore appunto, se vuole, vince anche quando perde. Con l’appalto, invece, tutte le imprese che concorrono alla gara sono poste sul medesimo piano, rendendo la procedura non solo più trasparente, ma anche più vantaggiosa per il Comune.

Prescindendo da tutto quanto detto finora, i due istituti non possono essere “alienati”, perché mancano i presupposti di legge, che consistono nella loro inutilità od inutilizzabilità a fini pubblici. La Schweitzer è perfettamente funzionante e pienamente in uso, come ha dichiarato la dirigente della scuola; l’edificio dell’ex Istituto Nautico è parzialmente utilizzato dalla onlus SAE 112, mentre per la restante parte non esiste alcuna perizia tecnica che attesti l’esistenza di «un sistema costruttivo debole e labile», come affermato dall’ex dirigente del Settore III. Gli ambienti dell’ex Nautico inutilizzati potrebbero invece ospitare la biblioteca comunale e gli uffici comunali di Largo Vittime delle foibe, per i quali il Comune spende 96.000 euro all’anno di fitti passivi.

Infine, l’alienazione dei due immobili, con conseguente demolizione e ricostruzione con le volumetrie aumentate fino al 90%, consentite dalla legge regionale 30/2009, comporterebbe più cemento, di cui a Termoli non se ne sente il bisogno, e la perdita o quantomeno la privatizzazione della pineta antistante i due edifici.

Pino D’Erminio