CAMPOBASSO. Continua a salire alla ribalta Alessio Manfredi Selvaggi. Il sedicenne campobassano questa volta ha deciso di scrivere alla rubrica Invececoncita che la famosa giornalista ed editorialista Concita De Gregorio tiene sul quotidiano La Repubblica.
La lettera di Alessio è disarmante e Concita ha deciso non solo di rispondere ma, con il permesso dei genitori di Alessio visto che lui è minorenne, ha deciso di pubblicare la sua missiva sul quotidiano La Repubblica di oggi, all’interno del suo blog.
Il titolo della lettera è “Studiare, davvero, in DAD” e Alessio non fa altro che rendere noto il suo impegno quotidiano nello studio delle discipline scolastiche nella ormai conosciuta didattica a distanza.
Si ma Alessio è un ragazzo con la sindrome di Down e, come spiega nella lettera alla De Gregorio, fa molta più fatica rispetto ai suoi compagni di classe ma nonostante questo si è impegnato e si sta impegnando tantissimo tanto da avere una bellissima pagella. Anche a lui mancano i contatti quotidiani e la vita che aveva prima del Coronavirus, ma è consapevole della necessità di non ammalarsi che viene prima di tutto.
Inoltre ha una resilienza pazzesca che lo ha portato a scrivere un piccolo racconto durante il lockdown dello scorso anno con il quale ha vinto il Premio Letterario Buldrini.
Insomma, nonostante le mille difficoltà dovute alla necessità di restare a casa, Alessio è riuscito a fare tesoro anche di questo momento difficile per tutti.
Un esempio per i suoi coetanei ma anche e soprattutto per gli adulti. Bravo Alessio continua così.
Di seguito la sua lettera pubblicata https://invececoncita.blogautore.repubblica.it/let…
Alessio Manfredi Selvaggi, quasi 16 anni, Campobasso, studente delle superiori
Ti scrivo perché a casa ti leggono sempre e ho pensato che forse tu potresti leggere me. Sono Alessio, ho quasi 16 anni, so leggere, ma lentamente, scrivere solo in stampatello e quando parlo non sempre mi capiscono. Ho la Sindrome di Down. Ma sono un nativo digitale e con il computer sembro un normodotato (si dice così di quelli che non sono come me vero?) perché tutto quello che ho in testa lo posso dire meglio, come adesso.
Sono uno studente con disabilità , che frequenta la seconda superiore, dell’ITE Pilla di Campobasso. Al tempo della DAD, quindi. Studio, seguo le lezioni, chatto e videochiamo i miei amici, parlo con i professori, faccio i compiti e li carico da solo in Classroom. La DAD è scuola a tutti gli effetti per chi sa e vuole farla. Chi non studia non lo fa nemmeno a scuola. Lo scorso anno e quest anno noi che stiamo lavorando seriamente lo facciamo con buoni voti e imparando lo stesso le cose. Il mio sforzo è maggiore ma ho lo stesso una pagella bellissima, per questo non mi piace che in televisione dicono che dobbiamo recuperare.
Deve recuperare chi non studia non chi come me e tanti altri studenti impara e studia lo stesso e si fa sei ore di DAD con educazione e attenzione!! Io sono autonomo davanti al computer, più che a scuola in presenza. Pensa tu! Con me ci sono o mamma o papà perché il mio professore Fabrizio ora mi può seguire ma solo da lontano. Mi manca abbracciarlo. E coccolare i miei compagni, Laura, Sara, Marco, Giuseppe, Davide, Francesco, Erica… E mangiare il panino con la mia prof di Francese Antonella.
E comprare le patatine al bar della scuola. E giocare in palestra. E poi fare teatro il pomeriggio con Marco (un attore bravissimissimo!!). E la mia musicoterapia con Elisa (suono la tastiera sai?). E gli esercizi per parlare meglio con la mia dottoressa Mariarosaria. Ecco. Ma c è il Coronavirus. E io so che devo rispettare le regole e che tante cose non le posso fare nemmeno in presenza. Chiedo ai miei coetanei di comportarsi bene perché, se non lo fanno , quelli come me che non possono nemmeno vaccinarsi rischiano di più e nemmeno possono uscire . E chiedo a chi pensa che noi disabili siamo indietro di prestarci attenzione alle parole.
Per me non è lo stesso di altri stare chiuso in casa ma ho imparato a fare altre cose. L’ anno scorso durante il lockdown ho scritto un piccolo racconto che ha vinto il Premio Letterario Buldrini. Vedi signora Concita che tutto è possibile? Puoi dirlo tu a chi decide che anche io voglio essere sentito? E che non c’è niente di più importante in questo momento di non ammalarsi? Che poi il resto, come dicono in Molise, ‘si aggiusta’.
Scusa se ho scritto qualcosa male ma ci ho messo una settimana per scrivere tutto bene e non so come è venuto.
Ho chiesto ai genitori il permesso di pubblicare questo testo perché Alessio è minorenne. La risposta della mamma la metto qui sotto. Merita di essere letta. C.
Buongiorno Concita, sono la mamma di Alessio. Mi ha fatto vedere la mail che le ha mandato e la sua risposta (si era agitato “mamma che devo fare”?). Per me e mio marito nulla osta alla pubblicazione anzi ci fa piacere che lei dia spazio alla sua testimonianza. Alessio, mi permetto di aggiungere a margine, è uno studente con alto senso dell’istituzione scolastica, ha rispetto di tutti e studia ligiamente in ogni “modalità”. Sa che la scuola è per lui il treno che lo tiene agganciato ai suoi pari. Per questo non concepisce che i suoi coetanei la vivano come se la DAD fosse una scuola di serie B.
Alberta De Lisio