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venerdì 21 Marzo 2025
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Pillole per tutti

COS’E' IL MOLISE – La ventesima regione è divenuta, per me (che ne sono un figlio acquisito), una Patria più piccola; e, poiché ritengo che “Patria” sia una parola che ci cammina sul cuore, oso pronunciarla non importandomi se altri, più provveduti di me, avessero ad irridermi. Ma la Patria non può essere solo idea. Dovrebbe “dare” per il tràmite di chi la rappresenti, facendosi riconoscere ben oltre i benefici di commozione offerti ed i sentimenti indubbi che suscita. Il conforto del racconto delle sue memorie (che – in definitiva – sono le mie e sono le nostre) non può essere sufficiente a coprire tutto ciò che non ci viene concesso da parte della Politica. Alludiamo alla carenza di benefits sociali e di servizi in genere ed al corretto rispetto del “bene comune”.

LA DEMOGRAFIA CHE CONDANNA – Brutta “fotografia” quella che fuoriesce dalle cifre dell'Istat. Nella terra che ha dato i natali a Vincenzo Cuoco, la popolazione è diminuita sino a perdere, negli ultimi anni, 24.000 unità. L’aspettativa di vita si è dilatata, facendo lievitare il numero dei centenari (71 donne e 35 uomini). Questi campioni di longevità rappresentano il 33,8%. Ed ora la regione vive un periodo di attesa. Si agitano emozioni diverse, prima fra tutte l’ansia per l’atteggiarsi di un Esecutivo regionale che pare deludere persino i suoi elettori che ne tracciano un bilancio negativo, rapportandolo al ricco catalogo dei propositi ventilati. Nel piccolo Molise tutto sembra muoversi solo per forza d’abitudine, con strade in cui si agitano un deserto umano ed esercizi commerciali dai battenti inesorabilmente chiusi. Se poi dalle aspettative si passi al vissuto (e, quindi, alla qualità della vita), le cose si presentano ancora peggio ed il sentimento di molti si tramuta in indifferenza espressa con l’ansia, con la depressione, con i sensi di colpa e talvolta pure con l’aggressività. Cose che capitano? Forse sì, ma come non essere pessimisti se, nei vari enti, gli amministratori sanno squadernare (sempre che vi riescano) solo i capitoli di una gestione ordinaria, ognora uguale a se stessa?

L’ECONOMIA E L’OCCUPAZIONE – I dati economici e sociali del Molise delineano un’economia stagnante, con una bassa partecipazione alla forza-lavoro (in cui le donne hanno un ruolo secondario), per lo più tenuta a galla dalla spesa pubblica. La natura clientelare di questa massa di danaro pubblico viene posta in evidenza dalla concentrazione della spesa nel settore sanitario e dalla scarsità degli investimenti. Il grosso dell’occupazione è operativo nei servizi, come sarebbe normale in un’economia avanzata; ma qui la quota di impiego pubblico è abnorme. Le poche imprese private hanno una redditività prossima allo “0” nelle annate “buone”; ma, solitamente, distruggono valore, mostrando livelli di indebitamento in crescita pressoché costante che – negli ultimi anni – hanno determinato sofferenze sempre maggiori, in parte pure perché il settore bancario pratica tassi sproporzionatamente alti rispetto al costo delle provviste richieste. L’unico dato relativamente positivo riguarda la solidità patrimoniale delle famiglie, legata ad ataviche virtù di frugalità, seppure comincino ad apparire evidenti le crepe originatesi dalla lievitazione dei prestiti e dal raddoppio delle sofferenze registrate in questo ambito.

I ‘COLORI’ DELLA MENTE – Un territorio vivibile si concreta attraverso i piccoli gesti, le responsabilità condivise ed una maggior cura degli spazi che fanno da sfondo all’agire quotidiano. Se una regione deve rappresentare lo specchio di chi la abita, occorre l’attenzione generale verso l’ambiente e nei confronti degli altri. Anche un piccolo fatto cela un grande segreto: quello per cui, se tu fai qualcosa, altro potrà conseguirne; se non fai alcunché, ben poco cambierà. Ma spesso nella terra di Cuoco ci si limita ad “odorare” e ad "adorare" il profumo dell’antichità che costituisce uno dei maggiori “tic” dei Molisani, seppure non tutti si lascino “segnare” da certi comportamenti.

Claudio de Luca