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venerdì 21 Marzo 2025
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Pillole per tutti

LA POLITICA? PERFINO COI CIMITERI – In Molise, fatta qualche dèbita eccezione, molti Sindaci coltivano pensieri per ben altre cose; però riescono a far politica persino sulla loro scarsa predisposizione a soddisfare le sacre esigenze dei defunti. La mamma esàla l'ultimo sospiro ed i figli non sanno dove collocare le sue spoglie? Niente paura. Si incontrano (guancia a guancia) con l’Assessore ai camposanti (la funzione è informale, ma non viene mai meno) e questi prende a preoccuparsi al fine di situare quella bara (almeno provvisoriamente!) persino in loculi inabitati di proprietà altrui. La medesima situazione verrà a ripetersi sino al prossimo defunto. Si giunge persino a violare la legge, dal momento che – bene spesso – non si riesce ad approntare manco quella riserva di fosse che, obbligatoriamente, debbono rimanere sempre disponibili nel caso dello scoppio di un’epidemia o di un terremoto. In alcuni casi sarebbero addirittura computate per giustificare delle ore extra-ordinarie di lavoro da corrispondere monetarialente. Insomma, certa politica campa alla giornata, senza rispettare manco gli spazi cemeteriali, scontando oggi gli errori di urbanistica per sistemazioni portate avanti in passato senza pianificazione, nella speranza di rimettere in futuro i debiti contratti con la ragione e col buongusto edilizi. Ecco perché le urne non possono più accendere il cuore dei visitatori ad egregie cose, come cantava Ugo Foscolo.

ZINGARI – La Romania ne ospita il maggior numero, al punto che – nella II guerra mondiale – essi furono sterminati dai Nazisti dopo l’occupazione di quella terra. Partiti dal sub-continente indiano oltre 1.000 anni fa, per raggiungere ogni parte del mondo, essi furono deportati: in Sudamerica dagli Spagnoli, in Africa dai Portoghesi e nelle isole caraibiche dagli Scozzesi. Giunti in Italia, discesero pure in Molise dove si costituirono in piccole comunità presenti, per lo più, a Campobasso, ad Isernia, a Termoli ed a S. Croce di M. Alcuni studiosi sostengono che l'infiltrazione più antica sia avvenuta addirittura nel ‘300. Qui, un'eco della loro presenza viene tramandata dalla tradizionale sfilata, con i cavalli riccamente bardati, che si celebra nel capoluogo pentro, il 13 giugno, in onore del Santo di Padova. Lungo lo Stivale vivono i componenti di ben 11 tribù; alcune provengono dal Kosovo e dalla Bosnia. Gli ultimi arrivi datano agli Anni ‘60, gli ultimissimi al 1987 ed al 1991; ma è stato dalla fine del 1300 che quelli di etnia “rom” (in genere cattolici) si stabilirono in Molise, ma anche in Abruzzo, in Campania, in Puglia, in Basilicata ed in Calabria. Nella 20.a regione essi sono diventati stanziali e sono tanti quelli integratisi nella società locale, al punto che alcuni lavorano persino nella Pubblica amministrazione (per esempio, in Isernia, furono incardinati nella Polizia municipale). Da piccoli chiedono l’elemosina; ma da grandi non sono pochi quelli che si pongono nella condizione di detenere un onesto conto in banca.

MOLISANI … INTERNATI IN CANADA – Nel 2013, quando il Comune di Casacalenda, prese parte – a Montreal – ad una manifestazione rievocativa, una giornata fu organizzata dal “Canadian italian business and professional association”, con il patrocinio del Ministero della cittadinanza e della immigrazione locale (che stanziò 170mila dollari per l’evento) e del “Community historical recognition programme” che realizzò il volume di Joyce Pillarella ove si raccontava il sopruso subìto da centinaia di cittadini italiani, emigrati in Canada, dal 10 giugno del 1940, con l’internamento nel campo di Petawawa in Ontario. Tra questi furono numerosi proprio i Molisani. L’Autrice ha voluto lasciare questa testimonianza scritta perchè toccata direttamente dalla vicenda. Il nonno, Nicola Germano, fu uno degli internati e molte testimonianze rischiavano di andare perdute dal momento che molti avevano scelto di non tramandarle ai posteri. L’evento canadese si fregiò della partecipazione di tutti i familiari degli internati e delle presenze del Ministro per la Cooperazione internazionale, del Console generale d’Italia a Montréal, dei Presidenti della CIBPA, della “Casa d’Italia” e dell’Autrice del volume. Si concluse con l’emozionante inaugurazione della scultura dell’oriundo calenino Egidio Vincelli, alta circa 3 m, che interpreta gli avvenimenti in modo simbolico, contestualizzandoli come parte della narrazione dell’immigrazione italiana, piuttosto che vedere l’internamento come un capitolo isolato della storia italo-canadese.

Claudio de Luca