TERMOLI. Nel gennaio del 1799 le truppe francesi assegnate al generale Jean Étienne Championnet entrarono a Napoli, abbandonata un mese prima dal re Ferdinando di Borbone e dalla Corte per rifugiarsi in Sicilia. I Giacobini non dovettero aspettare anni per conoscere le vere ragioni della presenza di coloro che non agirono da Fratelli e né tennero in alcun conto presenti gli sbandierati valori dell’Uguaglianza e della Legalità. Le popolazioni dei paesi del Meridione, nei quali passarono o vi si insediarono, si resero ben presto conto della vera natura della presenza militare straniera: al di là del sostegno a soldati (alloggio e alimenti) e cavalli (ricoveri e biada), dell’arroganza e delle provocazioni, non mancarono soprusi, ruberie a danno delle popolazioni in generale e violenze sulle donne.
All’indomani dell’eccidio dei fratelli Brigida e altri (3 febbraio 1799) compiuto da prezzolati sanfedisti, entrò a Termoli un distaccamento di truppa francese comandato dal capitano Jean Paul Courier che non s’era guadagnata una buona reputazione in nessuna località presieduta. Al seguito, come aiutante di campo, un tale Fleuren.
Da padroni, e secondo le leggi della Rivoluzione, i Francesi requisirono il possibile e s’insediarono dappertutto mentre il Comandante si stabilì nel palazzo del Marchese Manes (poi Petti*) e l’Aiutante in quello di Andrea Valiante (poi Sciarretta*).
Il sergente Fleuren, puntati gli occhi sulla giovanissima e bellissima figlia del padrone della dimora, non ricorse a maniere grezze e volgari nel tendere la reta nella quale intrappolare Addolorata, ma fece leva sulla sua figura aitante, sull’eleganza conferitagli dalla divisa e soprattutto sulle maniere. Oltre alla presenza in casa fu questo insieme, e il minimo di Italiano utilizzato anche per cambiarle il nome in Dolores, a irretire la candida giovane che riuscì a sedurre togliendole ‘l’onore’ e abbandonando il paese, preoccupato per la rivolta della popolazione stanca dei soprusi subìti, a farsi consegnare la dote, gioielli in oro e argento.
Afflitta dal senso di colpa per non avere avuto il coraggio di rivelare ai geni-tori quanto accaduto, per la vergogna di essere incinta e per la perdita della reputazione, Dolores mentre consegnava i gioielli a Fleuren lo implorò di non abbandonarla e lui non la lasciò. Da qui disagi e traversie.
Il ricongiungimento della guarnigione Courier all’Armata, l’imbarco e la tra-versata in mare per arrivare in Egitto, la vita da infermiera in un ospedale del Cairo, il ritorno dell’Armata in Francia e infine Parigi dove non ci furono né lo sperato inizio di una vita normale e tanto meno la felicità.
Fu qui che una mattina, entrata in una chiesa insieme al figlioletto per pregare, assistette involontariamente al matrimonio del ‘suo’ Fleuren con una parigina.
Antonio Smargiassi
Storico Termolese e Scrittore
Fonti:
-*Giulio D’Andrea, Termoli nelle sue memorie-Appendice, 1930
-*Luigi Ragni, Dolores, 1933