TERMOLI. Trentuno pozzi di petrolio, a 75 metri di profondità, 5 milioni e mezzo di ettari di greggio estratti ogni anno che, da ormai 38 anni, alimentano il campo ‘Rospo Mare’ con le tre piattaforme (A, B e C) e un petrolio che presenta una viscosità di 360 cP. Il tutto monitorato e telecontrollato h24 dalla sala controllo ubicata a Torino di Sangro. Sono queste alcune delle curiosità che il secondo gruppo di giornalisti ha potuto scoprire in seguito al corso di aggiornamento ‘’Codice della navigazione, il petrolio e la ricerca nel mare molisano’ organizzato dall’Odg Molise proprio all’interno della Fso (Floating Storage and Offloading unit) ‘Alba Marina’ (un ‘mostro’ da 110mila tonnellate e cuore dell’intero impianto petrolifero a cui sono collegate le tre piattaforme) e sul sito di Rospo Mare B, grazie a Energean che, su sollecitazione del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise Vincenzo Cimino, ha dato la disponibilità a favorire le visite sulle installazioni offshore.
Un lunedì inusuale ed emozionante, anche per chi ha sofferto il mal di mare e l’altitudine, con partenza in mattinata, dopo il test anti-Covid e le dotazioni delle sicurezze (scarpe antinfortunistiche, occhiali di protezione, zaino, guanti, caschetti e magliette offerte da Energean) e rientro in serata grazie allo ‘Shark’ messo a disposizione dalla Guidotti Ships di Domenico Guidotti che assicura il supporto logistico, che ha permesso alla stampa di entrare in contatto con una delle realtà più interessanti – e spesso misteriose – dell’economia mondiale, i cui aspetti storici, meccanici ed economici sono stati spiegati dal team multidisciplinare costituito da Alfredo Properzi Permitting & Civil Work Manager [Team Leader], Ettore Saluci Operations Manager, Tiziano Mincone HSE Manager, Francesco Orlando Offshore Logistics Manager, Alessandro Minnucci Operations & Productions Coordinator e Flaviano Carlorecchio Senior Consultant, assieme al personale impegnato sulla Fso ‘Alba Marina’ (in totale 16 persone) che hanno spiegato lo svolgimento delle operazioni di allibo del greggio tra due navi.
Accompagnati dai delfini, i giornalisti hanno raggiunto ‘Alba Marina’, su cui sono arrivati grazie al ‘basket’ dopo una salita di circa 30 metri: calorosa l’accoglienza del Comandante Marcello Abita, siciliano trapiantato in Molise, del termolese Giuseppe Listorto e dell’intero equipaggio che hanno fatto da ciceroni a bordo della nave ‘maestra’ offshore. Proprio nella ‘pancia’ di questa ingegnosa macchina, sono stati affrontati i fondamenti della ricerca petrolifera nell’Adriatico.
Uno degli aspetti più rilevanti del corso è legato alla storia ed allo sviluppo delle piattaforme offshore, scoperte nel 1975, che è avvenuto attraverso diverse fasi: dalla cosiddetta ‘Pilota’ che dal 1982 al 1984 ha visto l’installazione della piattaforma fissa ‘Rospo Mare A’ (piattaforma satellite assieme a C) e la perforazione di tre pozzi con le prove di produzione di lunga durata, fino alla quarta fase di coltivazione, nel 1991, con l’installazione della terza piattaforma Rsmc e la perforazione di nove nuovi pozzi e la posa della condotta di collegamento e cavi tra i campo ‘Rospo Mare’ B (piattaforma centrale di trattamento) e C.
Non sono mancate le curiosità legate alla produzione: Termoli, ad esempio, è un campo offshore ad olio assieme a quello di Civitanova Marche e Vega, nel canale di Sicilia. La produzione di bitume, all’interno del campo, basterebbe a coprire il 14% del fabbisogno annuo di asfalto nelle regioni adriatiche. Interessante la ‘torretta’, il sistema brevettato che permette all’imbarcazione di ruotare attorno al punto di ancoraggio e che i giornalisti hanno potuto testare con mano.
Particolare anche la parte relativa alla commercializzazione dell’oro nero ed il suo costo al litro: sapevate che un litro di acqua costa più di uno di petrolio? Le famose Levissima e Rocchetta hanno un prezzo di vendita di 0,56 euro al litro la prima e 0,66 euro al liotro la seconda mentre il petrolio 0,37 euro al litro.
La ricerca è stato il fondamento che ha animato la giornata: ricerca della verità, delle curiosità e del petrolio per l’appunto: quest’ultima soddisfatta grazie alla visita su Rospo Mare B dove la stampa ha potuto vedere il processo di estrazione del greggio e scoprire che, ad esempio, l’Istituto Zooprofilattico effettua delle ricerche proprio al di sotto di essa, tramite l’utilizzo di cozze per comprendere se e come si evolvono in quelle acque.
La giornata di formazione, che aveva lo scopo di far conoscere meglio una realtà lavorativa che per molti aspetti è poco nota ai non addetti ai lavori, ha permesso alla stampa molisana di approcciare non solo gli aspetti tecnici, ma anche quelli di convivenza e di vita a bordo oltre il lavoro dove ci sono laureati e professionisti di vari settori che si prendono cura della piattaforma ventiquattrore su ventiquattro, dandosi il cambio ogni 14 o 28 giorni.