X
lunedì 26 Maggio 2025
Cerca

Territorio e diocesi, storia e prospettive nel Molise

MOLISE. Troppe Diocesi in Molise? Stavolta a chi potrebbe toccare?

Le Diocesi italiane sono 226. Già il numero rappresenta un indice di anomalia. Il Molise ne conta 4: l’Arcidiocesi di Campobasso-Bojano, le Diocesi di Isernia-Venafro e di Termoli-Larino, infine quella di Trivento. A Guardialfiera ce n’era una, istituita nella 2^ metà del secolo XI.

Fu soppressa sin dal 1818 per l’indigenza in cui versava. Dal 1968 è tra le sedi titolari, riservate però a quei Vescovi che non hanno facoltà di guidare direttamente la cura delle anime. Papa Francesco, nel primo discorso alla Conferenza episcopale, ha mostrato di volerne rimettere in agenda una ulteriore riduzione. La domanda è: toccherà ancora al Molise? Ed a chi? Questo lavoro di rifinitura diocesana va avanti dal 1929; da quando, cioè, Mussolini impose l’art. 16 nel Trattato lateranense. Con esso si pattuiva che la Chiesa avrebbe fatto coincidere le Diocesi con il numero (e con l’estensione) delle Province dell’allora Regno d’Italia: ad ognuna di esse doveva corrisponderne una.

E questo oggi andrebbe bene, atteso che il numero di queste ultime è lievitato negli ultimi anni. Prudentemente i prèsuli di allora nicchiarono nella convinzione che il Fascismo, così facendo, avrebbe di fatto controllato i Vescovi ed il clero tramite l’istituto prefettizio. All’epoca le Diocesi erano 325. Nel 1964, su ordine di Paolo VI, la Cei fece preparare uno studio accurato sui reali bisogni istituzionali della Chiesa. Ne sortì un librone di 2.800 pagine le cui direttive stabilirono che ne sarebbero state sufficienti 118, al massimo119. A ricerca conclusa, e nonostante l’approvazione da parte dell’Assemblea dei Vescovi, il piano fu chiuso in un cassetto per la vivace opposizione del Governo e dei partiti. Nel 1986, però, Giovanni Paolo II, senza tanti giri di parole, accorpò alcune Diocesi, portando il numero delle circoscrizioni ecclesiastiche a quello attuale; e, per quanto concerne il Molise, quella di Larino fu accoppiata a quella di Termoli per ricomprendere 34 comuni, per un territorio esteso su 1.424 km², suddiviso in 51 parrocchie. Eppure la Diocesi frentana era documentata sin dalla fine del V secolo. Nel 943 la città appare tra i possedimenti della sede beneventana con una Chiesa governata da un presbitero. Con la bolla del 26 maggio 969 papa Giovanni XIII concesse a Landolfo I di Benevento il titolo di Arcivescovo, l'uso del pallio e la facoltà di consacrare i suoi vescovi suffraganei, tra cui anche quello di Larino. La Diocesi vide il sorgere di numerosi monasteri. Il più importante fu il cenobio di S. Maria sull'isola di San Nicola nelle Tremiti, ma si ricordano anche il monastero cassinense di S. Maria in loco Aurole (Ururi), quello di Sant'Elena in Pantasia (fondato nel 976), quello di Sant'Eustachio in Pantasia e quello di Santa Maria di Melanico. Il vescovo Belisario Balduino (1555-1591) partecipò al concilio di Trento; al suo ritorno visitò i vari paesi di pertinenza e, nel 1564, aprì un Seminario che ebbe ad essere il primo istituito nel mondo cattolico dopo la decisione tridentina. Tra i Vescovi larinesi non sarebbe possibile non citare Giovanni Andrea Tria (1726-1741), storico e teologo, autore delle “Memorie storiche, civili ed ecclesiastiche della città e diocesi di Larino”, pubblicate a Roma nel 1744. Nel 1938 le isole Tremiti furono scorporate dalla Diocesi di Larino ed annesse all'Arcidiocesi di Manfredonia. Nel 1985 i comuni di Serracapriola e di Chieuti, in provincia di Foggia, passarono alla Diocesi di San Severo.

La spoliazione era compiuta; ma, al momento dell'unione con Termoli, la Diocesi di Larino comprendeva i comuni di Bonefro, Campomarino, Casacalenda, Colletorto, Montelongo, Montorio nei F., Morrone del S., Portocannone, Provvidenti, Ripabottoni, Rotello, S. Giuliano di P., S. Martino in P., S. Croce di M. ed Ururi. Ora a chi mai potrà toccare di perdere il ‘cappello’ e la persona del Vescovo? La categoria, in effetti, rimane pur sempre minacciata da quel piano di 35 anni fa che prevedeva un numero massimo di 119 vescovi, ritenuto ancora valido, attualmente, da Papa Francesco.

Claudio de Luca