TERMOLI. Ci ha incuriosito molto la presenza su SkyTg24 del giornalista Marco Patavino, chiamato a raccontare l’evoluzione del caso Djokovic agli Australian Open direttamente da Melbourne.
Al 48enne collega, vicedirettore del bisettimanale Italiano d’Australia “Il Globo”, abbiamo chiesto anche un pensiero personale riguardo gli avvenimenti che hanno abbinato tennis, politica, giustizia e pandemia.
«La vicenda Djokovic, al netto delle considerazioni giuridiche legate anche alla complessa normativa che regola l’immigrazione in Australia, ha avuto ovviamente una matrice molto politica, legata alla necessità, espressa molto chiaramente dal ministro dell’Immigrazione Alex Hakwe, di tutelare l’interesse e l’ordine pubblico australiano nel corso di questa pandemia. Interesse e ordine pubblico in qualche modo minato, secondo il governo federale australiano, dalle posizioni del campione serbo in materia di vaccini contro il coronavirus. Resta tra l’altro in vigore il divieto di ingresso nel Paese per i non Australiani che non siano vaccinati e, come ribadito anche dal primo ministro Scott Morrison, le rigide misure di protezione delle frontiere hanno garantito di tenere uno dei tassi di mortalità più bassi, una ripresa economica forte e i tassi di vaccinazione tra i più alti al mondo».
Marco Patavino manca da Termoli da due anni a mezzo, dall’agosto 2019, esattamente l’estate prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria planetaria.
Fu il primo e ultimo viaggio in città da quando si è trasferito con la consorte a Melbourne, ormai sei anni fa.
«Io sono nato a Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, e ho vissuto a Termoli da quando avevo 5 anni fino ai 18 anni, quando sono andato via per gli studi universitari – ci racconta Marco – vivo in Australia da quasi 6 anni: mi sono trasferito nel 2016 a Melbourne, città natale di mia moglie Gianna. Ho lavorato dieci anni a Roma, tra la direzione commerciale e la direzione acquisti, e ho firmato le dimissioni concludendo la mia esperienza nella segreteria di redazione della Tgr del Molise, dove mi sono trasferito dopo essermi sposato, tornando a vivere a Termoli, città che avevo lasciato ai tempi dell’università e dove vivono mia madre, mia sorella Tiziana con il marito Massimo e le mie nipotine Alice e Giulia. Melbourne è una città meravigliosa, ci siamo sentiti accolti con affetto e stiamo costruendo una vita di grandi soddisfazioni. Il ruolo di vicedirettore de “Il Globo”, giornale che da più di sessant’anni racconta la vita della comunità italiana in Australia, mi permette di confrontarmi quotidianamente con la bellissima realtà degli italiani in Australia, una comunità che negli anni ha costruito, con fatica e sacrificio, una parte importante della società australiana».


