TERMOLI. Una giornata di sole primaverile ha accompagnato la nuova ubicazione della casetta dei libri. Questa volta è stata scelta un’ubicazione diversa -sempre nel quartiere Sant’Alfonso- ma nell’ex mercato di via Polonia.
La nuova casetta ripristinata dopo l’evento di dicembre scorso, quando venne vandalizzata all’altezza del parco giochi di via Germania -dov’era originariamente ubicata- è tornata finalmente a splendere.
Il consigliere di maggioranza Enrico Miele, presente all’inaugurazione della casetta ha ringraziato Gabriella Manes e la sua famiglia per l’impegno, la costanza e l’amore con cui hanno abbracciato già un anno fa l’iniziativa culturale.
È la quinta casetta ubicata in città e nelle prossime settimane verranno sistemate altre due casette, rispettivamente: una in zona Colle della Torre e un’altra nei pressi della Chiesa del Carmelo.
Il progetto presentato lo scorso aprile in Sala Consiliare fu subito un successo, in tanti donarono libri alle varie casette sparse per la città e in tanti usufruirono di questo servizio gratuito. Venne data in questo modo la possibilità di prendere in prestito un libro -anche per i numerosi turisti presenti in estate in città – e portarselo in spiaggia, anche solo per una lettura piacevole sotto l’ombrellone.
Ovviamente dietro l’iniziativa delle casette rimane sempre un’idea di fondo romantica, poiché in un mondo digitalizzato si promuove ancora l’importanza del libro cartaceo.
Le casette sono opere artigianali e fatte con amore ed entusiasmo proprio dalla famiglia Manes, con il contributo dell’associazione “Il Mosaico”.
Questa nuova casetta nel quartiere Sant’Alfonso è stata adottata dal Comitato del quartiere, infatti presenti all’inaugurazione anche il presidente del comitato Gianfranco Cannarsa e il vice presidente Armando Carotenuto.
Sono stati donati già i primi tre libri, da una signora residente nel quartiere.
Una mattinata entusiasmante, anche perché, questa casetta – per così dire – è rinata dalle sue ceneri, quindi è proprio come se fosse una piccola fenice. E come la storia ci insegna: la fenice era solita rinascere ogni cinquecento anni dalle sue ceneri, per tornare a nuova vita.
L’augurio più grande è che questa casetta possa sin da ora tornare a donare solo cultura e vera bellezza.