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lunedì 27 Ottobre 2025
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Isole Tremiti e National Geographic: rare bellezze a poche miglia da Termoli

Negli ultimi anni il ‘destino’ turistico delle Isole Trèmiti è andato crescendo sempre di più. Di recente, gli eredi di Lucio Dalla (il cantante bolognese che, nell’arcipelago, dimorava per una gran parte dell’anno), hanno deciso di valorizzare il patrimonio del ‘de cuius’.

Al largo di Termoli l’artista possedeva una villa tra le cui mura trascorreva lunghi periodi producendo i suoi testi e riposando. Pressoché quotidianamente, via mare, faceva tappa nel centro molisano dove amava gustare la zuppa di pesce. Secondo i ‘boatos’ locali, il progetto di valorizzare gli immobili di Lucio è stato conferito ad una società molisana che è riuscita ad acquisirne la gestione, superando le offerte di agenzie ‘ad hoc’ sia del Nord che del Centro d’Italia.

Questo sia detto a mo’ di anticipazione, ove si consideri che l’argomento ‘Diomedee’ è divenuto argomento costante della nota rivista “National geographique” che ha voluto ricordare la scoperta del biologo marino Giovanni Chimienti, rinvenitore, poco più a largo dell’arcipelago, di quell’autentico tesoro nascosto che è il corallo nero. “Da ricercatore dell’Università di Bari mi dedico alle profondità marine. Il mio campo è lo studio degli animali rari. In particolare, mi occupo di coralli”. Fondando sulla mappatura delle correnti, il professore si è interessato alle Tremiti che, poste a 12 miglia marine al largo del promontorio del Gargano, sono pugliesi geograficamente seppure considerate molisane (data la prossimità alla costa termolese) da chi apprezza queste isole che rappresentano l’unico arcipelago italiano del mare Adriatico.

I suoi abissi ospitano ecosistemi di notevole importanza naturalistica che, insieme ai tesori recuperati sopra il livello del mare, han fatto sì che l’arcipelago – in quanto parte del Parco nazionale del Gargano – sia stato dichiarato ‘Area marina protetta’ sin dal 1989. Tali isole erano note, sin dall’antichità, come ‘insulae diomedeae’, dall’eroe greco Diomede che, prima di morire sepolto sull’isola di San Nicola, ebbe a scagliare nel mare alcuni massi che poi – secondo la leggenda – erano riemersi sotto forma di isole. Dal suo canto Afrodite aveva trasformato i suoi compagni in uccelli marini; quelli che, ancora oggi, ‘piangono’ per ricordare la scomparsa dell’eroe. Sin qui la leggenda. In realtà si tratta del lamentevole canto delle berte maggiori, presenti qui in colonia e diventate simbolo dell’area protetta.

Forte dei risultati di una mappatura scientifica, il biologo pugliese aveva teorizzato che qui potessero trovarsi colonie dell’ormai rarissimo esacorallo nero (l’Antipathella subpinnata) a cui gli antichi attribuivano poteri taumaturgici fino a forgiarlo in appositi amuleti. In realtà questo corallo esiste per davvero; e, di nero, ha solo lo scheletro. Da vivo appare bianco ed è costituito da una plètora di polipi dotati di bocca e di piccoli tentacoli in grado di catturare miscroscopiche prede unitamente ad altre sostanze organiche. Questo organismo è straordinariamente longevo. Datazioni effettuate con il radiocarbonio hanno dimostrato che può vivere anche 2mila anni. Oggi la ‘mission’ alla ricerca del corallo nero è diventata un documentario (“Il tesoro nascosto delle isole Tremiti” visibile sul sito del ‘National Geographic’).

Claudio de Luca