TERMOLI. Gli attivisti del Soa, Sindacato operai autorganizzati, che aderiscono alla Flm, rilanciano la questione del lavoro in fabbrica nel gruppo Stellantis. Ieri, per il tramite del coordinatore Andrea Di Paolo, è stato diffuso il documento conclusivo dell’incontro operaio online tenutosi proprio sabato 11 giugno, dal titolo: «Le Fabbriche del malessere, un’analisi sociale ed economica». Incontro che apre la preparazione per un’assemblea pubblica che si terrà in Molise nel prossimo autunno. «La guerra e il sistema economico politico scaricano tutto sui lavoratori, disoccupati e famiglie. Una guerra sociale contro la buona parte della popolazione.
Di solito e per logica chi fallisce e crea danni paga, in questo caso il fallimento del sistema capitalistico mondiale non paga ma punisce. Un sistema che vuole giustifiche e continua a macinare guai globali e profitti per i privati. Non basta più parlarne, la situazione è drammatica, fuori controllo, ma non da parte loro, un piano scientifico che muove come burattini le masse.
Oggi alcuni operai continuano una discussione seria i quali effetti di questo sistema si ripercuotono senza dubbio anche nelle fabbriche e altri luoghi di lavoro. In questi giorni ci sono alcuni segnali di sciopero anche nel gruppo Stellantis (Fiat) in Italia, contro i ritmi di lavoro selvaggi, in alcuni casi si lavora con temperature ambientali altissime, cassa integrazione per una parte di operai e uso dei trasfertisti da uno stabilimento ad un altro, lavoro a chiamata tramite sms. Questo tradotto in malessere è uguale a rischio di malattie e infortuni, disuguaglianza e discriminazione economica- salariale tra gli stessi operai con le bollette domestiche alle stelle, come i beni di prima necessità, più insicurezza e precarietà. Tra i motivi di queste operazioni ci hanno messo, la mancanza materiale, le contrazioni di mercato e la guerra, quindi il risparmio sui costi della produzione.
Però se non paghi il metano, la luce, o le rate non ti giustifica nessuno, staccano le utenze, ti pignorano anche la casa, questo è il “sistema collegato” figlio di un progetto ampio e ben orchestrato. L’assemblea degli autorganizzati Termoli dopo ampia discussione con varie testimonianze operaie, rimanda in autunno ad un’assemblea pubblica in presenza, intanto la consapevolezza da quale parte stare è sempre più forte. L’alternativa a questo sistema discriminatorio c’è, bisogna continuare a resistere e a costruire».