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domenica 23 Marzo 2025
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Rischio effetto domino per la politica molisana

TERMOLI. Il dado è tratto, domenica 25 settembre, superando anche la concomitanza di una festività ebraica, italiani chiamati alle urne per restituire un senso al Parlamento.

Quattro anni e mezzo dopo il voto del 2018, il Capo dello Stato ha dovuto interrompere nell’ultimo tratto la legislatura in corso, dopo il cedimento del Governo delle larghe intese guidato da Mario Draghi.

Unità nazionale in frantumi, dunque. Ammesso che ci sia mai stata.

Ma quel che ci preoccupa, in loco, non è tanto la campagna elettorale estiva, sperando in un caldo meno torrido, ma il rischio che cominci ora una inesorabile e lunga resa dei conti, che porti da qui alla primavera 2023, se non a quella 2024, a paralizzare l’attività anche di Regione e Comuni.

Lo potremmo definire effetto domino.

Le coalizioni in campo tra 2018 e 2019 vanno ridisegnate, alleanze a geometria variabile con assetti mutevoli ancora difficili da perimetrare, personalismi, ambizioni legittime o incomprensibili, ci sono anche quelle, certo sassolini nelle scarpe acuminati saranno scagliati senza tanti problemi.

Ma chi pagherebbe l’inizio del redde rationem è un territorio già disorientato e bersagliato da pandemia, crisi economica, inflazione e bolla energetica.

Tutto questo non ce lo possiamo permettere a lungo e affrontarlo con la spirale dell’instabilità è insostenibile anche nel breve-medio termine.

L’appello che vogliamo lanciare oggi è quello della responsabilità locale, appunto, rivolto a tutti.

Non ci si disinteressi della gestione attuale per mirare a nuovi scranni o covare vendette nelle urne, tutto a suo tempo, sia il 25 settembre che alle regionali e negli enti locali.

Non mostrino di essere solo aspiranti eletti a prescindere, senza costrutto e senza progetto.

L’esigenza di riposizionamento che in diversi avrebbero è chiaramente una delle maggiori incognite, occorrerà ancorare alle future dinamiche regionali le scelte a carattere nazionale e non sempre sono trasfondibili senza rischi.

Tuttavia, rinnoviamo l’appello al senso di responsabilità di una classe politica che ha l’occasione di riscattarsi, o di perdere definitivamente la propria credibilità dinanzi a un elettorato sempre più sfiduciato.