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venerdì 11 Luglio 2025
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«Non siamo numeri ma persone è diventato siamo numeri e non persone, io non ci sto»

TERMOLI. C’è fermento, anzi, di più, nel Movimento 5 Stelle termolese. La retrocessione d’ufficio imposta dal presidente Giuseppe Conte sul collegio plurinominale della Camera dei Deputati, a discapito di Nicolino Di Michele, vincitore delle Parlamentarie nel Molise, a vantaggio di Annamaria Belmonte, ha indispettito e non poco la componente pentastellata adriatica.

A uscire allo scoperto, 14 ore dopo il suo capogruppo in Consiglio comunale, è stata la vicepresidente dell’assise civica, Daniela Decaro.

«Una notte quasi insonne quella appena trascorsa. Delusa e amareggiata come quando a seguito dell’appoggio al Governo Draghi molti amici storici del MoVimento che votarono contro furono espulsi.

Un rospo duro da digerire per tanti di noi che credono nel valore della democrazia partecipata, stesso valore che ieri è stato calpestato a danno di un amico, uomo leale ed onesto, attivista storico, candidato Sindaco, al suo secondo mandato come consigliere comunale, che ha contribuito a far nascere , conoscere e diffondere i valori del Movimento nel nostro Molise, mettendosi in gioco, impegnando tempo e denaro per ridare speranza e orgoglio ai tanti cittadini delusi e arrabbiati nei confronti di uno Stato che sentivano nemico. “Non siamo numeri ma persone” questo il mio motto che ieri è diventato “siamo numeri e non persone”, perché quando vantandosi di usare un metodo democratico per la scelta dei candidati, diversamente dagli altri partiti, metodo che coinvolge la base, poi il risultato si sovverte nonostante fossero state prospettate ben tre soluzioni alternative, allora significa che non solo siamo numeri ma apparteniamo pure alla stessa serie.

Per molti dopo la bufera di ieri tornerà il sereno per me non sarà così. Il rispetto del mandato ricevuto nel 2019 mi impone riflessione, attesa e confronto con i miei compagni di avventura ma nell’immediatezza era doveroso prendere una posizione per Nick, per gli attivisti che lo hanno votato, per i tanti cittadini che lo avrebbero votato e per il rispetto dei principi che hanno ispirato la nascita del Movimento.

Uniti si raggiunge la meta ma per farlo occorre guardare nella stessa direzione, camminare con le scarpe adatte al territorio, risollevare chi cade. Accettare silenziosamente quello che è successo non significa rispettare le regole ma accettare le ingiustizie. Io non ci sto!»