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venerdì 14 Marzo 2025
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«Opportunità e rischi della svolta green», Marco Laviano sul palco europeo dell’auto

TERMOLI. Una voce termolese ieri a Roma, al Centro congressi Frentani, nell’ambito della convention europea dei metalmeccanici. È stata quella di Marco Laviano, segretario regionale della Fim-Cisl. «La transizione energetica segna la direzione che indica la via per la mobilità sostenibile, le aziende e l’economia europea ci chiedono che sia economicamente sostenibile, ma noi chiediamo che sia prima di tutto socialmente sostenibile. Guardare con rassegnazione oggi alla transizione energetica ci fa perdere di vista l’obiettivo che noi delegati sindacali dobbiamo avere, ovvero trovare le opportunità. La riunione straordinaria del comitato Automotive IndustriAll Europeo tenutosi a Roma è stata per me un’occasione di vero confronto sul tema della Transizione energetica del mondo automotive non solo nei confini nazionali. Ho avuto la certezza di come tutti i delegati dell’intera comunità europea vivano la stessa identica preoccupazione, ovvero la transizione energetica.

L’Europa ha indicato la via da seguire, la direzione indicata è quella della mobilità sostenibile ormai è chiaro e non pare esser messa in discussione, a questo fa eco la richiesta dei vari colossi automotive ovvero la sostenibilità economica delle proprie produzioni, io invece sostengo che la sostenibilità deve essere, soprattutto, prima sociale, la paura dell’impatto sull’occupazione, ormai è quello che accumuna tutte le realtà sindacali delle varie regioni europee. Le diversificazioni internazionali politiche burocratiche finanziare e normative accentuano ancor di più le disuguaglianze territoriali, Soprattutto in quei gruppi multinazionali come ad esempio la nostra Stellantis che nella competizione interna dei costi di produzione dei vari stabilimenti ne fa oggetto di discussione per attuare modifiche agli assetti organizzativi produttivi e di semplice vita lavorativa nel perimetro e negli ambienti delle officine italiane. Nel mio intervento però, oltre confermare quanto potrebbe pesare il “pericolo” transizione all’elettrico in Italia, ho voluto soffermarmi su quelle che però sono le vere opportunità di un vero cambio di prospettiva industriale, inutile guardare con rassegnazione al progetto zero emissioni entro il 2030, anche perché per la nostra regione messo in sicurezza il perimetro molisano con la realizzazione della prima Gigafactory Italiana, le opportunità dovranno necessariamente arrivare da quella rete di produzioni che asserviranno la mobilità del futuro, se solo immaginiamo a quanto siamo indietro con le infrastrutture e con la realizzazione di mezzi per il rinnovabile capiamo come dinanzi, le opportunità di nuovi lavori di nuove aziende e di nuove produzioni sia molto più tangibile di quanto si pensi, ma bisogna volerlo, bisogna sveltire la burocrazia nazionale e regionale, bisogna accelerare il processo atto a rendere attrattiva la nostra regione ed allora davvero la transizione al elettrico può diventare una vera opportunità di rilancio delle occupazioni e dell’intera economia regionale.

La Gigafactory non rappresenti un punto di arrivo ma un punto di partenza. A tal riguardo come Fim-Cisl siamo pronti già da ora ad avviare un dialogo sociale e propositivo per il nostro territorio con le massime istituzioni politiche coinvolte in questa radicale trasformazione e la nuova direzione di ACC Italy da poco istituita, per trovare insieme quelle soluzioni a sostegno della realizzazione del nuovo impianto e per creare la giusta strategia a sostegno della sana occupazione del nucleo industriale molisano».