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sabato 15 Marzo 2025
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Fuga per l’eternità: Pelè, il simbolo del calcio moderno

TERMOLI. Correre dietro a un pallone è stato il sogno di intere generazioni di bambini, rimarrà tale anche nell’era digitale. Pochi, i fortunati che possono realizzarlo, diventando calciatori professionisti e campioni. Da ieri la leggenda è diventato mito. Con la morte di Pelè si chiude un’era, quella del football romantico, legato ai Mondiali e non alle Champion’s, del Brasile gialloverde simbolo di gioia.

In fuga per l’eternità, questo il titolo che vorremmo usare per omaggiare O’ Rei, il calciatore più universale che ci sia stato nell’immaginario collettivo, dalla fine degli anni Cinquanta e per vent’anni al centro delle cronache sportive, anche nel ruolo di conquistatore del soccer nel Nordamerica.

Chi scrive non ha mai avuto l’opportunità di vederne le gesta in diretta, come accadde invece per Diego Maradona, che ne rappresenterà per sempre l’alter ego, quella dicotomia infinita di chi sia stato il migliore di tutti i tempi (non ce ne voglia Messi, ma a quei tempi era molto più difficile primeggiare).

Pelè, Maradona, Cruyff: per molti è stato questo il podio del ventunesimo secolo, degli atleti più rappresentativi e forti mai apparsi sul campo di calcio.

Ora si sono ritrovati tutti e tre lassù.

La nostra generazione l’ha riscoperto anche per la rovesciata simbolo del film “Fuga per la vittoria”, accanto a Sylvester Stallone e Micheal Caine, ma Pelè è stato colui che ha traghettato il calcio dal primo dopoguerra a una espansione autentica, aiutata dalla diffusione dei mezzi televisivi.

Dopo i tre fuoriclasse (ma occorrerebbe citare anche altre leggende come Giuseppe Meazza, Valentino Mazzola e l’argentino madridista Alfredo Di Stefano), la fantasia degli appassionati si è concentrata su top player come Platini e Zico, (contemporanei di Diego), Roberto Baggio, Marco Van Basten, Ronaldo il fenomeno, Zidane, per arrivare in epoche più recenti o attuali al duo Lionel Messi-Cristiano Ronaldo e Kylian Mbappé.

Collezionisti di palloni d’oro e di Champion’s appunto, titolari di account milionari, in tutti i sensi, sui social.

Ma Pelè, e con lui Maradona, saranno sempre un’altra cosa.