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domenica 22 Giugno 2025
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Il “Majorana” fa sul serio, chiesta la modifica del decreto sulle comunità energetiche

TERMOLI. L’istituto Ettore Majorana di Termoli ha avviato infatti una vera e propria attività di ricerca nel settore dell’innovazione tecnologica, saranno sperimentate celle realizzate con speciali semiconduttori in grado di convertire direttamente in energia elettrica il calore proveniente da qualsiasi fonte. 

Stamattina, martedì 5 dicembre, l’istituto Majorana di Termoli ha presentato al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica una proposta di modifica alla bozza di decreto sulle comunità energetiche all’interno del percorso di “Consultazione DM energia condivisa” – Attuazione della disciplina per la regolamentazione degli incentivi per la condivisione dell’energia di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n.199 (Comunità energetiche e sistemi di autoconsumo – impianti di potenza fino a 1 MW).

La modifica della bozza di decreto è la seguente. La crisi che stiamo vivendo chiede con urgenza una transizione energetica per costruire un nuovo modello di organizzazione sociale basato sulla produzione e sul consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili che ispiri un modo di abitare più sostenibile. Si tratta da un lato di porre attenzione alla massima efficienza energetica e alla riduzione dei fabbisogni energetici durante la costruzione o la ristrutturazione di un edificio, dall’altro di perseguire la condivisione delle risorse disponibili al fine di ridurre il proprio impatto ecologico aumentando la convivenza sociale.

All’interno di quest’ultimo percorso entrano a pieno titolo le comunità energetiche. I princìpi su cui si fonda una comunità energetica sono il decentramento e la localizzazione della produzione energetica. Attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali, imprese e altre realtà del territorio è possibile produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.

Ogni comunità ha le proprie caratteristiche specifiche, ma tutte sono accomunate da uno stesso obiettivo: autoprodurre e fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri.

Di comunità energetiche se ne parla nel progetto promosso dall’Istituto Tecnico di Istruzione Secondaria Superiore “E. Majorana”. Considerare gli istituti tecnici come “scuole dell’innovazione” significa intendere questi istituti come un laboratorio di costruzione del futuro, capace di trasmettere ai giovani la curiosità, il fascino dell’immaginazione e il gusto della ricerca, del costruire insieme dei prodotti, di proiettare nel futuro il proprio impegno professionale per una piena realizzazione su piano culturale, umano e sociale. In un mondo sempre più complesso e in continua trasformazione, l’immaginazione è il valore aggiunto per quanti vogliono creare qualcosa di nuovo, di proprio, di distintivo; qualcosa che dia significato alla propria storia, alle proprie scelte, ad un progetto di una società più giusta e solidale.

Pertanto, il nostro Istituto è impegnato nella formazione degli studenti sia per creare delle opportunità concrete verso la “transizione ecologica” sia per assumere il ruolo trainante e di raccordo tra il Comune di Termoli, l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e la cittadinanza tutta affinché anche il nostro territorio veda la nascita di una (o più) comunità energetiche. L’istituto “E. Majorana” assolverà alla qualifica di promotore e di partner tecnico del progetto e, tramite il lavoro di ricerca e studio che verrà implementato con gli studenti, si darà forma ad una prima “comunità energetica” nel comune di Termoli.

Oltre i vantaggi ambientali derivanti dalla produzione da fonti rinnovabili ci saranno risvolti per la comunità dati dalla possibilità di fornire energia elettrica in condivisione, assolvendo ad un grande progetto di solidarietà sociale.

Inoltre negli spunti di consultazione successivi riporta:

Inoltre, è prevista una correzione per la tecnologia fotovoltaica sulla base dell’insolazione, al fine di favorire una uniforme distribuzione degli investimenti sul territorio nazionale.

Se interpretata in modo corretto la proposta vuole introdurre una correzione dell’incentivo in misura proporzionale alla geolocalizzazione dell’intervento andando a premiare con una maggiore remunerazione una minore produzione energetica. Da letteratura specialistica però possiamo evincere che per quanto riguarda la produzione fotovoltaica (di cui si parla negli spunti di consultazione) si ha una diretta correlazione tra latitudine e luogo di installazione e produzione energetica.

Se prendiamo il quaderno 22 – “L’energia fotovoltaica” (G22-065-0 – Collana sviluppo sostenibile) edito da ENEA (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente) possiamo leggere a pagina 4:” La quantità di energia solare che arriva sulla superficie terrestre e che può essere utilmente “raccolta” da un dispositivo fotovoltaico dipende dall’irraggiamento del luogo. L’irraggiamento è, infatti, la quantità di energia solare incidente su una superficie unitaria in un determinato intervallo di tempo, tipicamente un giorno (kWh/m2/giorno). Il valore istantaneo della radiazione solare incidente sull’unità di superficie viene invece denominato radianza (kW/m2). L’irraggiamento è influenzato dalle condizioni climatiche locali (nuvolosità, foschia ecc..) e dipende dalla latitudine del luogo, cresce cioè quanto più ci si avvicina all’equatore. In Italia, l’irraggiamento medio annuale varia dai 3,6kWh/m2/giorno della pianura padana ai 4,7kWh/m2/giorno del centro Sud e ai 5,4kWh/m2/giorno della Sicilia.