LARINO. Per la mia prima volta alle luminarie di Larino ho scelto il pomeriggio inoltrato del 29 dicembre. Appena arrivati, eravamo in quattro, giusto il tempo di parcheggiare e in due minuti eravamo già sulla navetta gratuita che ci avrebbe portati quasi dentro allo “spettacolo” e stesso discorso al rientro: servizio impeccabile.
Ciò che ti accoglie quando s’inizia il percorso è l’invito a ricordare che la più bella festa dell’anno è fatta di luci, di musica, di bancarelle e di bambini, tanti bambini che gioiosi girano intorno. Il biglietto lo sappiamo è di soli tre euro che si può riutilizzare più volte e questa è una “strategia di marketing” molto apprezzata: paghi una volta e sei il benvenuto/a in tutte le altre date del programma. Bravi.
Benché il clima di questo anomalo dicembre ricordi più la primavera che l’inverno, quando è sera meglio indossare un cappello di lana e un adeguato giaccone per non avere distrazioni o per velocizzare il passo affinché meglio si assapori l’aria di festa che ti circonda.
Luci e musica in un’alchimia magica, come recita il nome dell’evento: Luminarie Larino Magia di Luci.
E poi ci sono gli “addetti ai lavori”, coloro che si adoperano affinché l’esperienza dei visitatori sia davvero ottimale. Residenti del borgo, titolari delle attività lì presenti, quelli delle bancarelle, persone dello staff, in tutti ho avvertito la netta sensazione che loro si sentano privilegiati di essere coloro che accolgono i visitatori in un luogo magico, quasi sacro, con tanta cortesia, disponibilità, solarità. Bravi
Le sensazioni vissute sono state molto suggestive, alcune difficili da raccontare se non ci si va di persona e le foto e il video presenti in questo articolo solo in parte raccontano la bellezza di un pomeriggio larinese.
Ma c’è spazio anche ad un pensiero del tutto intimo e personale. Da termolese dispiace un pizzico che un borgo altrettanto affascinante come lo è il nostro paese vecchio non possa far vivere tali sensazioni.
Vabbè, tanto c’è Larino. Brava, continua così, sei un esempio.