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martedì 21 Ottobre 2025
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«Entrare in teatro, sedersi e vivere le emozioni»

GUGLIONESI. Fervono i preparativi, gli ultimi ritocchi ai costumi, alla scenografia, un ripasso al copione e le ultime prove. Sono emozionati ma con un’immensa voglia di salire sul palcoscenico del “Fulvio” e portare una ventata di leggerezza. Sono i ragazzi dei “Di(A)lettanti” di Guglionesi, la compagnia teatrale che da qualche anno, ormai, porta in scena divertenti spaccati di vita quotidiana in vernacolo guglionesano, con opere di autori del posto. Negli scorsi anni ci hanno fatto assistere agli spettacoli tratti dagli scritti del professor Domenico Aceto.

E, per la prima volta, venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 gennaio, con tanta emozione nel cuore porteranno il lavoro di Nicolino Sorella, scomparso qualche anno fa, “I rzzll d na vcchj”. Un po’ di timore c’è ma sono tutti carichi.

«Per noi è davvero una gioia poter portare quest’opera al Fulvio. La sua prima volta già c’è stata, oltre 40 anni fa. Quindi qualcuno sicuramente potrà ricordarla- hanno spiegato il regista Simone D’Angelo e il presidente dell’associazione i Di(a)lettanti Fabio Marcantoni- ma possiamo dire che non è stata stravolta ma rivisitata. È uno spettacolo che ha tanti significati e speriamo vengano colti dal pubblico che verrà a vederci».

Una gioia ma anche «un onore- ha detto D’Angelo- un onore perché da tempo i ragazzi dell’associazione accarezzavano l’idea di portare i copioni di Nicolino. Poi, dopo la messa in scena de “La maga”, dove per la prima volta sono stato chiamato a collaborare, Nicolino chiamò uno dei ragazzi, gli consegnò il copione de “I rzzll d na vcchj” e gli disse di farmelo avere. E così ci siamo messi subito tutti in moto. Eravamo orgogliosi e dovevamo rendere orgoglioso l’autore. Lui, ora non c’è più, ma speriamo che i suoi figli, Danilo e Gianluca, possano apprezzare il nostro impegno».

Impegno, lavoro, costanza e dedizione di gente che non fa l’attore per mestiere ma che, ogni volta che calca quel palco lo fa con passione e voglia di fare bene.

Cosa c’è di più bello se non far sorridere la gente? Avvicinare le persone al teatro è difficile ma non impossibile. E assistere a uno spettacolo in dialetto può essere tranquillamente paragonabile a quelli classico.

Il dialetto è una forma di aggregazione, che fonda le sue radici nel tempo e che deve essere tramandato alle generazioni. Perché l’attaccamento alla terra, al luogo in cui vivi rende le persone uomini e donne con dei valori radicati.

E se poi, gli spettacoli in dialetto fanno ridere, fanno passare momenti di leggerezza, che in questo periodo servono, ben vengano sempre. Perché il “Fulvio” piace colmo, pieno di gente che applaude. E i Di(a)lettanti ci riescono sempre.

I biglietti sono andati a ruba nel giro di pochi giorni. Il botteghino è stato letteralmente preso d’assalto e le 3 giornate, con i 5 spettacoli, sono sold-out.

Parliamo di cultura. Perché è con il dialetto che si conserva la storia di una comunità.

«Noi ce la mettiamo tutta. Vogliamo dare ai nostri compaesani momenti di divertimento e una boccata d’ossigeno come abbiamo sempre fatto, fin dal primo spettacolo» ha detto Fabio.

«Nasciamo come dilettanti in questo mondo. Ecco perché il nostro nome è un gioco di parole tra dilettanti e dialettanti. Nel corso della nostra attività abbiamo avuto la fortuna di incontrare Simone. Lui questo lo fa per lavoro e per noi significa davvero essere più ricchi. I suoi insegnamenti ci danno soddisfazione e ci arricchiscono».

La gente li accoglie e aspetta con ansia questo fine settimana ricco di risate.

«Da quando abbiamo finito La maga, che è stata anch’essa sold-out- ha proseguito Simone- ci siamo messi subito all’opera e la cosa più bella sono stati i tanti complimenti e apprezzamenti. Apprezzamenti arrivati da gente di fuori che non comprende il dialetto di Guglionesi e questo ci ha fatto capire che gli apprezzamenti erano per il livello artistico presentato. Seppur sia un prodotto in vernacolo è uno spettacolo di qualità, perché la cultura racchiude tutto ciò. Sono stato accolto e sono ben voluto da tutti. E per questo devo ringraziarli dal profondo del cuore perché si prestano con passione e volontà a fare quest’attività che non è da sottovalutare anche a livello sociale, in quanto permette a tutti di ricordarci da dove veniamo e che apparteniamo a un popolo. Nel dialetto il popolo trova un’identità importante da portare avanti».

Portare avanti, tramandare alle nuove generazioni ed è quello che sperano i Di(a)lettanti. Un prossimo obiettivo, una prossima scommessa in cui credono fermamente.

«Attraverso queste attività vogliamo cercare di trasferire anche ai più giovani, ai più piccoli questa “abitudine”. Io non sono di Guglionesi, sono un guglionesano acquisito ma mi sento parte di una squadra. E questo gruppo è un gruppo coeso e attaccato alle radici. Non sono semplici lavoratori, e da regista quale sono, visto che lo faccio di mestiere posso dire che hanno tutti una qualità attoriale alta e molto interessante. Quindi ben vengano anche le leve future».

Un cast d’eccezione, nuovi protagonisti e nuove mansioni, cucite ad hoc su ognuno di loro.

Un livello semiprofessionale, uno step in più. Per la prima volta Simone avrà due assistenti alla regia, Angela D’Auria e Licia Lemme, la scenografia è curata da Rocco Pelusi, l’organizzazione da Teresa Arielli, c’è chi si occupa dei costumi e delle musiche e, infine gli attori.

«Mentre leggevo il copione, immaginavo già a chi poter assegnare le diverse parti- ha aggiunto Simone- però ho voluto fare diversi tentativi prima di chiudere il cerchio. Lo scopo dell’associazione è far accrescere il gruppo e vorremmo far capire a tutti i guglionesani, dal primo all’ultimo, da chi ricopre ruoli politici, religiosi e il semplice cittadino quanto sacrificio c’è dietro con attività di questo genere. La messa in scena non è una banalità, come qualcuno può pensare, ma passa da un processo di produzione, dall’individuazione, dall’apprendimento, dallo studio del copione e del personaggio e quest’ultimo deve esser amalgamato con tutta la scena. Dalla scenografia al rapporto con l’altro attore. Se ognuno di loro s’immette in questa dimensione di condivisione tutto funziona».

Uno spettacolo culturale e teatrale che ha al suo interno un senso sociale, e nello specifico questa commedia porta un messaggio di uno spaccato di vita quotidiana e l’ottimismo della signora anziana protagonista dell’opera.

Un invito ad avere un atteggiamento in riferimento ad alcune persone sensibili all’interno del nucleo familiare.

“I rzzll d na vcchj” racconta la storia di una signora anziana un po’ capricciosa, che ha come prospettiva di vita, una seconda vita. Una visione alquanto ottimistica, attorno alla quale ruotano tante dinamiche ma, per sapere la trama afferma Simone bisogna “entrare in teatro, sedersi e viversi le emozioni”.

Gli attori sono Fedora Di Narzo in Marietta, Marina Scarpone in Filomena, Lucia Lamanda in Maria, Fabio Marcantoni in Pietro, Luigi Pollice Mimì e il parroco, Marianna Macarlino in Caterina, Guido Zarlenga in “Zì Francisc”, Rocco Pelusi il notaio.