mercoledì 5 Febbraio 2025
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«Vi siete mai chiesti perché si brucia il pupazzo di Re Carnevale?»

PORTOCANNONE. Ieri, a Portocannone, in un pomeriggio tiepido quasi primaverile, è stata rievocata, con questo grande pupazzo di cartapesta che campeggiava colorato nella piazza del paese, la leggenda di Re Carnevale e del suo effimero governo.

E la Pro Loco Skanderbeg, mascherata tutta sul tema (dalmata) della Carica del 101, ha dato prova ancora una volta di coesione e grande capacità organizzative. Il pubblico – numeroso- convenuto nel centro del paese, ha gradito molto l’intrattenimento e ha partecipato con allegria.

Ma vi siete mai chiesti perché si brucia il pupazzo di Re Carnevale? Lo spiega l’assessore alla Cultura, Valentina Flocco, presente in prima persona ieri.

“Narra la leggenda che Carnevale fosse un re autorevole e tanto generoso. Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e ognuno poteva entrare nelle cucine della reggia, fornite di cibi prelibati, e saziarsi a volontà. Ma i sudditi, invece di rallegrarsi di avere un sovrano così munifico, si presero tanto gioco di lui da costringere il povero sovrano a non uscire più dalla sua reggia per non essere fatto oggetto di beffe ed insulti. Egli allora si ritirò in cucina e lì rimase nascosto, alimentandosi a dismisura, finché venne il giorno, un sabato, in cui cominciò a sentirsi male. Grasso come un pallone, il volto paonazzo ed il ventre gonfio, capì che stava per morire; la sua ingordigia lo aveva rovinato. Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva condotto, ma non voleva andarsene così, solo, abbandonato da tutti, proprio lui, il potente Re Carnevale. Si ricordò allora di avere una sorella, una donnina fragile, snella e un po’ delicata, di nome Quaresima, che lui, un giorno, aveva cacciato di corte.

La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse; gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni, domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di essere l’erede del regno. Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della sua vita divertendosi il più possibile. Morì la sera del martedì e sul trono, come precedentemente avevano stabilito, salì Quaresima. Per risollevare l’economia del regno, lavoro duro e grosse penitenze furono le caratteristiche del suo governo. Bruciato il fantoccio, non ci resta che augurarvi, allora, una buona Quaresima!”