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mercoledì 2 Luglio 2025
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Coalizioni “alle prese” con la formazione delle liste

TERMOLI. A poco meno di due settimane dalla presentazione delle liste, schieramenti immersi proprio nella fase di composizione degli “eserciti” da schierare nella competizione elettorale del 25 e 26 giugno.

Scelte cruciali, che per la gran parte determineranno col loro effetto di trascinamento proprio l’esito delle regionali nel Molise, come dimostrano storicamente le elezioni da quando è introdotto il nuovo sistema, che indicava (1995) prima ed eleggeva poi il Governatore.

Un fattore ancora più determinante da quando, con le regionali del 2018, è stato eliminato il cosiddetto voto disgiunto, che permetteva di dissociare lista e candidato consigliere dal presidente, creando più incertezza sul risultato finale.

Ora la somma delle forze in campo è quella che contribuisce direttamente alla vittoria.

Partiti consolidati sul territorio e radicati nell’opinione pubblica, movimenti, civiche di sostegno e liste del presidente, ma quante ne vedremo?

Non soltanto, ma ci saranno operazioni di cosiddetto “disturbo”?

Il sistema elettorale impone un quorum significativo e tra i candidati presidenti solo il primo degli sconfitti siede di diritto a Palazzo D’Aimmo, ciò significa che eventuali terze proposte sono molto rischiose, lo sa bene anche il candidato Governatore dem di 5 anni fa, Carlo Veneziale, che rimase fuori dal consesso assembleare. Certo, ora il Pd è nell’alleanza organica di centrosinistra, ma proprio con la polarizzazione dei due principali schieramenti difficile che possa trovare spazio una istanza alternativa. Ma il sale della democrazia è anche la sorpresa e in queste ore c’è comunque fibrillazione in quella parte di società che non si riconosce né nella proposta di Roberti di centrodestra, che quella di Gravina, di centrosinistra; di queste ore l’annuncio di Emilio Izzo, ala movimentista per eccellenza, e i continui appelli di Aldo Di Giacomo.

Infine, l’incognita Michele Iorio. Le dichiarazioni rilasciare all’Ansa di ieri aprono uno scenario differente. Non chiudono a una possibile intesa, che si baserebbe tutta su precisi contenuti programmatici, ma ribadisce critica profonda nel metodo con cui il centrodestra sta portando avanti questa campagna elettorale.