MILANO-TERMOLI. Si rinnova l’appuntamento domenicale con le considerazioni espresse dal pulpito milanese del termolese Luigi De Gregorio, attraverso la rubrica “A Giorgia”, metaforicamente e non solo rivolta all’azione del Governo Meloni. «Non cronaca politica, ma idee e suggerimenti da un cittadino comune».
Al termine dell’articolo c’è l’elenco delle pubblicazioni precedenti con relativo link.
«Cara Giorgia, la vista non è solo un problema di diottrie. Infatti. Pur avendone dieci su dieci, spesso non vediamo quello che possediamo, mentre vediamo chiaramente ciò che non abbiamo e vorremmo avere. Questo succede sia a livello personale, sia a livello di comunità piccola o grande. Anche di 60 milioni di persone.
Approfondiamo quanto sopra a livello Paese. E può darsi che, pur con la vista difettosa, potremmo fare la scoperta di avere un’enorme ricchezza. Ma andiamo per gradi.
Procedendo lungo lo Stivale, da Nord a Sud e da Est a Ovest, non troviamo di certo la ricchezza petrolifera dei Paesi Arabi del Golfo. Ma neanche i giacimenti di diamanti del Sud Africa. Ma neanche miniere di ferro, di alluminio. Né tanto meno di quei metalli molto preziosi per l’industria elettronica che sono in gran parte nei giacimenti del Congo.
Comunque abbiamo un patrimonio artistico culturale che, misurato secondo i parametri dell’Unesco, ammonta a circa il 60% del Patrimonio di tutta l’Umanità.
Accidenti! Bella eredità che non si esaurisce mai, a differenza dei prodotti petroliferi e altri filoni di ricchezza del sottosuolo.
Una ricchezza per la quale è sufficiente fare la manutenzione q. b. per mantenere un buon livello del turismo culturale, e per evitarne la morte per trascuratezza. Come succederebbe ad una pianta, se non la innaffiassimo mai.
Ora, una domanda importante dal punto di vista economico, è la seguente: attraverso il turismo potremmo spingere di più l’utilizzo o lo sfruttamento del patrimonio artistico culturale suddetto? E fino a che punto esso potrebbe essere il pilastro di mantenimento di un intero Paese?
Lascio agli esperti un conteggio del genere, non senza mettere in rilievo una difficoltà e un pericolo.
La difficoltà è questa: siamo in grado come Paese di saper organizzare un utilizzo più audace della ricchezza artistica rispetto a quanto è stato fatto finora dai ministri della cultura dell’ultimo trentennio?
Il pericolo sarebbe la dipendenza eccessiva del nostro Paese da una stessa fonte di guadagno. Il recente lockdown per pandemia ci ha mostrato quanto i settori alberghiero ristorazione, e tutto quanto gira intorno ad essi, abbiano sofferto per la loro prevalente dipendenza dal turismo internazionale.
Pericolo della dipendenza da un’unica fonte nel quale sono incappati i precedenti governi relativamente all’energia. E nel quale non inciamperebbe però un normale investitore che, saggiamente, ripartirebbe i suoi danari in diversi titoli di borsa ed eviterebbe di puntarli in un unico titolo finanziario.
Premesso quanto sopra, cioè ossia che sia pericoloso che il benessere di un Paese dipenda in maniera prevalente da un’unica fonte di ricchezza, ci chiediamo: le persone potrebbero essere il vero tesoro di un Paese?
Ne sono convinto. In quanto:
la loro creatività può rovesciare il Paese come un calzino
la loro capacità progettuale può immaginare ciò che non c’è
il loro entusiasmo può abbattere tutte le ostacolanti difficoltà
la loro voglia di fare li rende pragmatici
il loro desiderio di crescita sociale accende il loro spirito
Parliamone ora con Filippo
FIL Ma tutte queste qualità potenziali dei cittadini perché finora non sono emerse? Sarebbero state utilissime, dato che sono trenta anni che il Paese è fermo e ancor più dal 2008 (anno della crisi dei consumi generata dalla crisi mondiale dei prodotti finanziari-spazzatura) è in coma, speriamo non irreversibile.
LDG Usiamo una metafora. Tu sei in forma, sei pieno di energia, vuoi divertirti ed hai voglia di ballare. Quindi ti rechi in un locale con sala da ballo. Quando arrivi trovi che il deejay non c’è, la musica non c’é, alcuni ragazzi sono ubriachi, altri sdraiati per terra, alcune coppie si divertono al centro della pista
FIL E allora?
LDG Penso che la voglia di ballare se ne fugge via perché non ci sono le condizioni per ballare.
FIL Se continui così ti do’ una medaglia all’ovvio
LDG Calma, fammi finire. E tu, fuori metafora, in un paese in cui sventolano le bandiere della burocrazia, corruzione, raccomandazione, ingiustizie sociali, evasione fiscale, ti metteresti a fare il creativo, a progettare, a sognare, a entusiasmarti, a darti da fare, a pensare di salire sull’ascensore sociale che è immobile? Ma mi faccia il piacere come diceva Totò.
FIL Quindi secondo te contano il clima che respiriamo, i valori di riferimento che prevalgono, le correnti di pensiero che predominano?
LDG Certo, è proprio così: il contesto che ci circonda è tutto, è fondamentale per il comportamento dei singoli. E poiché sono trenta anni che la politica ha fatto uso abbondante di anestetizzanti (burocrazia, tassazione elevata, affollamento di enti di controllo, tempi di attesa che avrebbero azzerato anche la pazienza di Giobbe) lanciati in direzione dei cittadini fino a renderli sudditi sfiniti, privi di coraggio e di forza morale, non puoi aspettarti da loro la vivacità del pensiero creativo ed energia organizzativa.
FIL E quindi chi e cosa bisogna fare per avere la rinascita delle capacità creative, del coraggio, della determinazione?
LDG Ovviamente deve intervenire chi guida il Paese e se i precedenti governi hanno tenuto un comportamento da schiaccia sudditi, ora occorre un governo che dia spazio ai cittadini, riaccenda in essi la lampada della creatività e ridia l’energia dell’entusiasmo.
FIL Parole, parole, parole. Non è credibile che il capo del governo faccia due, tre, quattro appelli televisivi e le persone risorgano come Lazzaro e creino progetti con nuovi posti di lavoro.
LDG Ma certo che non è credibile che possa succedere una cosa del genere. Sarebbero appelli, inviti mediatici di efficacia zero, al pari del risultato ottenibile da un regista che, dopo una scena recitata in maniera pessima, si rivolge al giovane attore dicendo “Sii spontaneo”. Peggiorandone il risultato nel successivo ciack si gira.
FIL E quindi con quali strumenti dovrebbe intervenire la Premier?
LDG Ne ho già scritto nel Post 3 Abbattere il drago della disoccupazione. In sintesi il Governo deve:
creare il vento della creatività (e quindi dei progetti portatori di posti di lavoro) utilizzando numerosi dibattiti in Tv e sul territorio.
offrire delle reali possibilità in cui le persone possano cimentarsi e riattivare le potenzialità creative assopite per mancanza di occasioni.
FIL E quali sarebbero?
LDG Ad esempio aprire canali telematici e sviluppare incontri reali dei cittadini presso i Comuni e le Regioni, in cui si dibatta in modo creativo di nuovi progetti e nuovi posti di lavoro.
FIL Insomma creare quel clima, quel contesto in cui inventare e creare posti di lavoro diventa una responsabile orgia di progettazione da parte di tutti: singole persone, associazioni varie, piccole e grandi aziende, cooperative, circoli culturali, la grande azienda alimentare ed il piccolo agricoltore, l’industria cantieristica etc…
Ti ricordo che, a proposito del clima di progettazione, feci la battuta: occorre un orgasmo progettuale e tu, che sei un bacchettone, me la bocciasti.
LDG Non dire falsità. Anzi, per dirla tutta, credo che si ricordi più facilmente l’orgasmo da progetti che il vento della creatività. Naturalmente, come seconda fase, il Governo e le Regioni predisporranno le strutture per la selezione a livello regionale e nazionale dei progetti migliori dal punto di vista occupazionale e del rendimento economico finanziario.
Ed infine assisteranno i progetti nella fase del finanziamento e della loro realizzazione.
FIL Quindi l’importante è non fermarsi alla prima fase del clima di progettazione. Il governo deve attrezzarsi in tempo per le successive fasi di selezione/valutazione, di finanziamento e realizzazione. L’importante è evitare una sorta di interruzione di gravidanza.
LDG Ossia scongiuriamo che ci sia un’esplosione creativa con migliaia di progetti in tutta Italia. E che poi il Governo li blocchi perché non li esamina, non seleziona i migliori, non li finanzia, non ne segue la realizzazione. Altrimenti ci ritroveremmo nel paradosso contrario a quanto avvenuto nel recente passato: a fronte dei soldi provenienti da vari fondi nazionali, e soprattutto europei, non avevamo progetti.
Ed ora con l’iniziativa tutta l’Italia progetta posti di lavoro, si potrebbero avere migliaia di progetti, ma, nello stesso tempo, il Governo non si sarebbe organizzato sufficientemente per la loro gestione (selezionare, finanziare, realizzare).
FIL-LDG Per concludere. La ricchezza creativa delle persone c’è. Ma il governo, se pur guidato da una donna, si potrebbe rivelare impreparato, assente. Insomma, lo ripetiamo una seconda volta, evitiamo che il Paese dai progetti alla loro realizzazione, si trovi ad essere protagonista di unwanted abortion.
Un cordiale saluto».
Luigi De Gregorio – Un cittadino comune
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