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lunedì 4 Agosto 2025
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Stragi e diritti negati, il dibattito con la Ong Mediterranea Saving Humans

SAN GIACOMO DEGLI SCHIAVONI. Può una tragedia umanitaria generare un decreto disumano? Una strage come quella avvenuta a Cutro diventare occasione per una ulteriore negazione dei diritti delle persone migranti? La risposta è stata fornita nell’incontro avvenuto a San Giacomo degli Schiavoni, al Bobby’s Live, con il “Muro invisibile” insieme a Mediterranea Saving Humans e a Collettivo FuoriRotta Occasione per conoscere le attività di Mediterranea Saving Humans per contribuire attivamente ai progetti.

All’assemblea per la fondazione dell’equipaggio di terra di Mediterranea Saving Humans a Termoli sono intervenuti Vanessa Cirillo del coordinamento nazionale dell’associazione, Vincenzo Stuppia dell’equipaggio di terra di Pescara, Davide Di Rado operatore legale impegnato con il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, associazione che si mobilita per difendere la libertà di movimento. Ha moderato gli interventi Daniele Alagia, per l’equipaggio di Termoli, appena fondato.

Vanessa Cirillo ha lungamente parlato della storia dell’associazione Mediterranea e della nave Mare Jonio, salpata esattamente 5 anni dopo il naufragio di Lampedusa, il 3 ottobre 2018. Il progetto di Mediterranea è stato promosso da diversi enti della società civile, laici e del mondo cattolico, singoli cittadini e imprese. Vanessa ha poi parlato del movimento Refugees in Libya, sostenuto da Mediterranea. Si tratta del primo movimento costituito da Rifugiati che si è mobilitato per la chiusura dei centri di detenzione in Libia, gestiti dalla cosiddetta guardia costiera libica, finanziata dal governo italiano e dall’unione europea con il memorandum Italia -Libia del 2017 per trattenere i migranti in questi centri e gestire i soccorsi nelle acque territoriali libiche. Il movimento Refugees in Libya è riuscito ad ottenere la liberazione di diversi rifugiati detenuti, ma continua a battersi affinché questi centri siano chiusi e gli accordi Italia-Libia cancellati.

La Cirillo ha poi parlato di come l’attuale esecutivo cerchi di contrastare l’azione delle organizzazioni umanitarie che praticano soccorsi in mare. Il governo, infatti, attraverso il decreto Piantedosi – ormai legge- impone a queste organizzazioni un porto per lo sbarco diverso da quello più vicino, costringendo le imbarcazioni a prolungare ulteriormente il suo viaggio, ad utilizzare altro carburante, aggravando lo stress e le sofferenze delle persone migranti a bordo- tra i quali sono presenti anche bambini gravemente ustionati dalla benzina di imbarcazioni di fortuna. L’attivista ha inoltre parlato della norma che intende vietare i salvataggi multipli, ovvero i salvataggi effettuati durante il tragitto percorso dall’imbarcazione mentre trasporta i naufraghi nel primo porto sicuro. Durante la serata é stato proiettato un servizio sui centri di detenzione in Libia- con le testimonianze di migranti detenuti, del giornalista di Avvenire Nello Scavo, il quale ha realizzato numerose inchieste sulle attività dei trafficanti libici e l’intervento di papa Francesco -ed il video di un salvataggio effettuato dalla Mare Jonio nel 2019. Durante questo episodio la Mare Jonio è stata sanzionata dalle autorità con diverse decine di migliaia di euro, per essere entrata senza autorizzazione in acque territoriali italiane, allo scopo di far sbarcare i naufraghi, dopo aver atteso per giorni l’assegnazione di un porto. Vanessa ha ribadito che queste cose avvengono lontano dai nostri occhi, ma ci riguardano. Il lavoro delle organizzazioni umanitarie viene contrastato perché fornisce una testimonianza su quanto accade alla frontiera d’Europa e sulle conseguenze delle politiche migratorie.

Vincenzo Stuppia ha descritto le attività a cui mediterranea prende parte in Ucraina, cui ha preso parte, a seguito della guerra di aggressione subita dalla popolazione civile. Mediterranea, attraverso il progetto Med Care, fornisce beni e farmaci, in diverse città, tra cui Leopoli. Mediterranea sostiene, infatti, tutte le popolazioni che soffrono una crisi umanitaria, sia fuori che dentro l’Europa. Mediterranea è una piccola grande associazione il cui lavoro si basa sullo sforzo dei volontari su tutto il territorio nazionale e non solo (è infatti presente anche a Berlino e Barcellona). Inoltre, ha poi ricordato che molti migranti che arrivano in Italia, vorrebbero ricollocarsi autonomamente in altri paesi, magari raggiungendo le loro famiglie, ma non possono farlo perché il regolamento di Dublino li costringe a restare nel primo paese di arrivo, su cui pesano gli oneri della gestione dell’accoglienza.

Le realtà che hanno collaborato con Mediterranea, oltre il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose sono il Collettivo Fuorirotta della città di Termoli e l’associazione la Città Invisibile.

Nella parte ricreativa, si sono esibiti Giulia La Torre, cantautrice esordiente di sedici anni e Bricí ha cantato brani del suo lavoro nella lingua vernacolare del suo paese, Montenero di Bisaccia.

Durante l’assemblea aperta con la comunità locale è intervenuta una persona dichiarando di apprezzare il lavoro umanitario di Mediterranea, chiedendo se il nostro paese ha le risorse per far stare bene queste persone, dopo averle salvate, anche perché la situazione economica è difficile, come l’occupazione.

Davide Di Rado ha preso la parola ricordando che l’Italia è riuscita ad accogliere milioni di ucraini, per cui ha le risorse per organizzare l’accoglienza di migliaia di persone migranti non europee che arrivano in Italia; mentre invece molti milioni di euro sono investiti pagando altri stati per trattenere i migranti, ma potrebbero finanziare progetti di accoglienza. Inoltre Davide ha chiarito che le attuali leggi sull’immigrazione, costringendo tanti lavoratori ad una condizione di irregolarità ed esponendoli allo sfruttamento lavorativo, con l’erosione dei loro diritti, favoriscono un generale abbassamento degli standard di tutela dei lavoratori ed un decremento dei salari. Davide ha poi parlato di come il governo abbia istituito una procedura accelerata di frontiera per i migranti provenienti da paesi terzi considerati sicuri, ampliando la lista di questi paesi ed includendo anche la Nigeria, contesto pericoloso per la comunità LGBTQI+ ed altre categorie vulnerabili. Questa procedura accelerata di frontiera verrà effettuata in strutture analoghe ai Centri per il Rimpatrio, con l’obiettivo di organizzare nel minor tempo possibile l’allontanamento del migrante. I cpr sono di fatto delle strutture detentive, anche se chi vi è ospitato non ha commesso alcun reato.