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giovedì 31 Luglio 2025
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Pagine di storia: gli aragonesi

TERMOLI. L’occupazione del Meridione da parte degli Angioini (1268-1442) aveva fatto sentire il suo peso anche su un Borgo periferico come Termoli fino ad essere umiliata con la vendita, da parte di Carlo III d’Angiò, ad Alberico da Barbiano il quale aveva messo al soldo del Sovrano la sua compagnia di armigeri per 16.000 ducati d’oro.

La situazione si aggravò quando la regina Giovanna II d’Angiò, ritrattata la decisione di nominare erede del Trono di Napoli Alfonso d’Aragona, nominò come successore un d’Angiò di Francia (1435). Da qui la decisione dell’Aragonese di muovere, l’anno dopo, con cavalleria e truppe verso il Meridione d’Italia dando inizio ai combattimenti che si conclusero il 2 giugno 1442 quando Alfonso d’Aragona entrò a Napoli, già abbandonata da re Renato.

Uno dei primi atti del Re fu la convocazione del Parlamento generale, del quale facevano parte duchi, conti, baroni e marchesi, introducendo un nuovo sistema di imposte: a essere tassati erano i ‘fuochi’, ognuno equivalente a una famiglia di 5-6 persone che vantava beni e produceva redditi. Erano i componenti dei ‘fuochi’ a determinare il numero degli abitanti di una città e a Termoli, in quel periodo, non se ne censirono più di 150 (all’incirca 850 abitanti). Le famiglie nullatenenti, non venendo tassate, non rientravano nel numero degli abitanti di una località.

La morte di Alfonso d’Aragona e la successione al trono del figlio Ferdinando I (1458-1494) fu l’occasione per gli Angioini di prepararsi a riaprire le ostilità per fronteggiare le quali il Re sottoscrisse un’alleanza con l’albanese Giorgio Castriota, detto Scanderbeg, che gli costò la cessione di Campomarino, Portocannone, Ururi, Montecilfone e di altre località del Regno. La morte del Ferdinando I fu per Carlo VIII, che rivendicava il Trono per la sua appartenenza alla famiglia d’Angiò, l’occasione di muoversi con le sue truppe verso il Meridione dove ad affrontarlo, nelle campagne della Puglia, fu Ferdinando II (1495-1496) a seguito della rinuncia alla Corona da parte del padre, Alfonso II (1494-1495). Nello scontro di Seminara (1495) il giovane Ferdinando, circondato e disarcionato da un manipolo di Francesi, sarebbe rimasto sul campo se Giovanni di Capua non gli avesse ceduto il suo cavallo. La fuga del Re costò la vita al di Capua.

A fine novembre dello stesso anno il Re di Napoli, in segno di riconoscenza verso la famiglia di Capua, nominò Andrea, fratello di Giovanni, Duca di Termoli, titolo accompagnato da benefici di natura erariale e dalla signoria su una ventina di città del Contado. Questa nomina fu soltanto l’inizio di un’ascesa che divenne sempre più rilevante allorché il giovane Andrea contrasse matrimonio con Maria d’Ajerbo la quale era imparentata con gli Aragona. Se il primo si distinse nell’arte militare e nel campo della diplomazia, la seconda operò nell’apostolato della carità aiutando le donne che si prostituivano nella zona del porto e contribuendo alla costruzione di un ospedale per gli incurabili voluto dalla fondatrice dell’Ordine delle Clarisse Cappuccine, suor Maria Lorenza Longo.

Antonio Smargiassi, storico termolese e scrittore